Per Milano, in questo 2015 che sarà ancora di recessione e incertezza, l’appuntamento da molto tempo segnato in agenda è l’Esposizione universale. Per abbreviare, l’Expo. Forse non sarà Storia con la s maiuscola, ma inevitabilmente polemica e attese sono cresciute intorno a questi sei mesi che regaleranno alla “capitale morale” d’Italia una platea internazionale e che in tanti, tra politici, imprenditori e pensatori, hanno già definito l’occasione del rilancio, del riscatto, della ripartenza.

Il cuore del nuovo Taccuino di Stratagemmi sono le sfide e le prospettive del settore cultura: Expo gioverà al sistema milanese, provato ma tutto sommato resistente, nonostante la crisi e i pochi (pochissimi) soldi che circolano? Si riuscirà a valorizzare la forza propulsiva del tessuto artistico della città, quello teatrale in primis? Oppure sarà solo uno spreco di energie o, magari, più semplicemente e tristemente, un’occasione persa?
Lo speciale di Stratagemmi si articola in approfondimenti, interviste, sguardi critici per cercare di capire cosa diventerà Milano in quei mesi. L’assessore alla cultura Filippo Del Corno, in un’intervista esclusiva, immagina l’Expo come un’occasione di fare sistema in modo virtuoso, collezionando contatti e idee, più che incassi e notorietà. Giovanna Rosa, docente di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano, si interroga sulle prospettive di un evento che ha centocinquant’anni di storia e che, nel 1881, ha rappresentato per Milano un trampolino per il futuro. I direttori dei teatri, da Andrée Ruth Shammah del Franco Parenti a Fiorenzo Grassi dell’Elfo, riflettono sull’impresa di mettersi in luce nei mesi clou dell’evento: ma come fare senza fondi a disposizione? E poi le stagioni ad hoc del Teatro alla Scala, del Piccolo Teatro, e i progetti speciali finanziati da Fondazione Cariplo.
Come e in che misura eventi, occasioni, idee, tavole rotonde, padiglioni, percorsi si uniranno, più o meno armoniosamente? E come cambierà la città? Francesca Serrazanetti ricostruisce una mappa dedicata luoghi di Expo, a cominciare dall’Open Air Theater. Qui, nella struttura cardine nel centro di Expo, non andrà in scena nessuna stagione dedicata, non si avvicenderanno nomi forti del nostro teatro, né eventi pensati da realtà locali o nazionali. Bensì, si replicherà uno spettacolo monstre del Cirque du Soleil, multinazionale canadese dello spettacolo che si è aggiudicata l’appalto. Ci spiegano tutto, e provano a farci ragionare sui pro e contro di questa scelta, le acute analisi di Oliviero Ponte Di Pino e Sara Chiappori.