Anche se con il 2021 gli spettacoli sono tornati nelle sale, la riflessione sul teatro che si definisce “digitale” continua a essere attuale. Essa ha portato in primo piano e approfondito una modalità che può intrecciarsi agli altri linguaggi che già il teatro utilizza, non solo in funzione della pandemia. La Settimana delle Residenze Digitali (alla sua seconda edizione) ha continuato l’indagine attraverso lavori che hanno abitato temporaneamente lo spazio online, alcuni solo per il tempo limitato della performance, altri rimanendo fruibili per più giorni.
Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen è il titolo del progetto ideato e curato da Chiara Taviani, coreografa e danzatrice attiva fra la Francia e l’Italia. Il lavoro consiste in sette video della durata di otto minuti circa ciascuno, nei quali vengono presentati sette diversi performer. Le riprese, realizzate con l’ausilio del blue screen, mostrano i soggetti sullo sfondo di immagini che scorrono in successione, accompagnati da diverse colonne sonore; l’estetica complessiva è imperfetta e volutamente artigianale. Concisi sottotitoli in italiano e in inglese aiutano lo spettatore a contestualizzare quello che sta accadendo sullo schermo e, contemporaneamente, a fornirgli un appiglio da cui far scaturire la propria interpretazione.
Il lavoro vorrebbe esplorare, come chiarisce il titolo, l’interazione fra soggetto e immagine multimediale, plasmando suggestioni sul tema dello statuto di verità di ciò che accade online. La riflessione appare in realtà un po’ slegata dall’effettivo prodotto artistico presentato, in cui lo stesso meccanismo si ripete in modo molto simile in tutti i video senza alcuna evoluzione, tanto da rischiare di risultare, alla fine, monotono.
Il primo cortometraggio presenta Ambra (la performer Ambra Chiarello che compare “in scena”, come gli altri, con il suo vero nome) prima a guardia di un’enorme villa con piscina, poi immersa in un improbabile paesaggio campestre in cui pascolano placide alcune mucche, infine in chiesa. I movimenti lenti e le sagome mal ritagliate sullo sfondo rendono straniante il racconto, come se si trattasse di un gioco per bambini in cui Ambra stesse immaginando cosa fare da grande.
Allo stesso modo facciamo la conoscenza degli altri perfomer: Natalia (Natalia Vallebona), sospesa fra saloni nobiliari, una vecchia roulotte variopinta e scene di bosco; Simone (Simone Zambelli), diviso fra lo sfondo di un sentiero nella foresta e la macchina da scrivere; Giselda (Giselda Ranieri), che vediamo prima accanto ai fornelli e poi a New York; Marco (Marco Quaglia), che da una cucina volteggia nel bel mezzo dell’inaugurazione di una galleria d’arte; Lorenzo (Lorenzo De Simone), a volte nel bosco e a volta su un pullman; e infine Loretta (Loretta d’Antuono), che vediamo in tutte le case in cui si è trasferita (o si trasferirà? o si sarebbe voluta trasferire?).
I personaggi guardano continuamente in camera con sguardo serio, come a rivolgerci una domanda silenziosa. «But you, which reality you prefer me into?» chiede Ambra nel primo video, ma è lo stesso interrogativo implicito che tutti sembrano rivolgere a chi sta fuori dallo schermo.
Partendo da qui lo spettatore può chiedersi se il digitale abbia davvero, in una certa misura, un effettivo potere di costruzione della realtà o se, al contrario, tutto quello che succede in uno schermo rimanga solamente nello schermo, energia che si limita a nutrire un mondo digitale e parallelo a quello reale. Se nessun mondo è un sistema totalmente chiuso, come l’interazione fra digitale e reale dimostra quotidianamente, un’efficace performance potrebbe forse essere in grado di valicare i confini del cyberspazio, cambiando in modo significativo la realtà in cui viviamo.
Chiara Carbone
Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen
un progetto di Chiara Taviani
con Ambra Chiarello, Lorenzo De Simone, Marco Quaglia, Giselda Ranieri, Simone Previdi, Natalia Vallebona e Simone Zambelli
e con la gentile partecipazione di Francesco Montagna, Maura Teofili e Sofia Naglieri
Questo contributo è parte dell’osservatorio della Settimana delle Residenze Digitali.