Device in Action – Tra interazione, etero-direzione e spazi diffusi – Taccuino – Stratagemmi 34
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Descrizione
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Le nuove dinamiche relazionali e sociali che emergono dall’utilizzo di mezzi di comunicazione digitale sono affrontate e introiettate dai processi di creazione artistica, e restituite in termini non solo di contenuto, ma anche di forma e di linguaggio. È questo l’oggetto osservato da più punti di vista nel Taccuino di questo numero: dispositivi audio, video, tablet, diventano strumenti per chiamare in causa l’intervento del pubblico, per orientare la narrazione, per creare un rapporto pervasivo dello spettatore, che diventa a tutti gli effetti, soggetto attivo e partecipante. Confinata in un altrove perpetuo e fagocitante, non solo l’identità ma anche la responsabilità di essere pubblico (o, viceversa, artista) vengono messe in discussione. A una riflessione sulle implicazioni di questo tema, alle sue possibili declinazioni spettacolari sono dedicati gli articoli di Rodolfo Sacchettini, Camilla Lietti e Francesca Serrazanetti. Sui diversi approcci al mezzo tecnologico, abbiamo invece deciso di interrogare (nelle interviste realizzate da Camilla Fava e Chiara Marsilli) alcune delle realtà più interessanti del panorama nazionale (dai Circolo Bergman a Fanny & Alexander, da Collettivo Cinetico a Teatro Sotterraneo e ai Muta Imago), che hanno fatto dei dispositivi sulla scena il proprio oggetto di indagine, se non l’elemento portante della propria politica spettacolare. Con ugual curiosità e determinazione comparativa (grazie al contributo Carmen Pedullà), ci siamo poi rivolti a Roger Bernat e a Stefan Kaegi, per comprendere dalla voce di due tra i più autorevoli esponenti del teatro partecipativo internazionale lo stato delle cose, il bilancio e le prospettive di una forma teatrale in continua evoluzione, la cui inarrestabile corsa sembra appena cominciata.