Il format delle conferenze danzate, nato da una felice intuizione del direttore artistico di MilanOltre Rino De Pace, è ormai un appuntamento abituale per il pubblico del festival: esperti di storia della danza accompagnano il pubblico in alcuni momenti chiave delle discipline coreutiche, intermezzati dalla proiezione di clip audiovisive e performance di danzatori e danzatrici in scena. Quest’anno gli appuntamenti sono stati tre: il primo dedicato ai balletti La bella addormentata e Cenerentola, il secondo ai balletti russi e l’ultimo alla danza in televisione degli anni ‘80 e ‘90.
La bella addormentata e Cenerentola sono due classici accomunati dall’essere ispirati a due fiabe. Guidato da Francesca Pedroni, giornalista, critica di danza, insegnante di Storia della danza all’Accademia Teatro alla Scala e documentarista, il pubblico intraprende un viaggio nella storia del balletto, notando come i corpi dei danzatori, i costumi e anche le trame delle storie cambiano nelle diverse epoche e interpretazioni di uno stesso tema. Si alternano, come anticipato, la presentazione di Pedroni, le clip di diverse versioni dei due balletti e le variazioni eseguite dai danzatori scaligeri Matteo Gavazzi, Asia Matteazzi, Alessandro Paoloni e Anna Zingoni. Il viaggio inizia con le variazioni ricche di tecnica e di passaggi veloci e complessi del coreografo Marius Petipa e termina con la Cendrillon di Maguy Marin, in cui la tecnica ha un grande rilievo ma è allo stesso tempo strumento per scardinare la tradizione e per far sì che Cenerentola sia a tutti gli effetti una bambola (anche un po’ inquietante).
La compagnia dei Balletti Russi è stata il simbolo dell’ingresso nella contemporaneità: l’affiancamento del rigore più classico con le suggestioni sciamaniche e teatrali che nei primi vent’anni del Novecento hanno appassionato l’élite culturale europea è uno degli aspetti messi in luce da Elisa Guzzo Vaccarino, giornalista, critica di danza e insegnante di Storia della Danza alla Scuola di Ballo della Scala di Milano durante la conferenza. La parabola dei Ballets Russes fa emergere così una nuova concezione di creatività artistica, capace di conciliare approcci cross-mediali alla performatività della danza, confluiti nella avanguardistica direzione artistica di Sergej Djagilev. Nell’alternanza fra proiezioni ed esecuzioni dal vivo, è affiorata un’idea di arte che abbatteva qualsiasi tipo di confine geografico, commistionando Occidente e Oriente, ed estetico, cercando collaborazioni con pensatori e artisti provenienti dalle più diverse correnti artistiche e ideologiche come Picasso e De Chirico,Debussy e Stravinskij: era l’idea di un’opera d’arte totale e in atto.
È un decisivo cambio di contesto quello che ci porta a ‘“Automobili, telefoni e TV”, come cantava e danzava Heather Parisi per rappresentare la società a inizio anni 80. Boom economico, nuovi show, virtuosismi accademici, ritmi binari al passo del neocapitalismo finanziario: sono questi i protagonisti rievocati nella video-conferenza danzata Anni 80-90 in TV. La voce narrante sul palco è quella di Alessandro Pontremoli, docente universitario di storia della danza, accompagnato dai danzatori Asia Matteazzi, Anna Zingoni, Cristian Fagetti, Alessandro Paoloni e Matteo Gavazzi.
In scena sono le memorie televisive italiane, tra danze live e riproduzioni video di coreografie teatrali immerse in un’ambientazione disco che trascende quella dimensione onirica che caratterizzava, prima di allora, la danza in tv.
Le frequenze televisive, in quegli anni, sono un flusso continuo nelle case degli italiani e la danza che vi viene trasmessa è la contaminazione di classico, jazz e aerobica. Allo stesso tempo si materializza una bolla economica precaria che porterà poi alla crisi dei primi anni 2000. L’attenzione dei telespettatori è desta: media e società rimandano modelli poco veritieri, ideali di perfezionismo come falsi miti, fino a toccare la “Caduta del gusto” degli ‘”stacchetti” verso la fine degli anni 80. Per questioni commerciali e di audience si va verso una dimensione erotica ostentata dove il corpo della donna è denudato e spogliato della propria verità rivoluzionaria e sacralità alchemica. Perché il femminile è stato trasfigurato?
La riappropriazione del corpo della donna, come passo sostanziale di rivendicazione e di emancipazione, va di pari passo (ancora oggi) con il sovvertimento di quella fascinazione televisiva sempre più a ridosso del trash.
Jaele Brittelli, Andreea Elena Gabara, Fabiana Sansonna
in copertina: foto di @Domenico D’Alessandro
Cenerentola + Bella addormentata
relatrice Francesca Pedroni
performer Asia Matteazzi, Anna Zingoni, Alessandro Paoloni, Matteo Gavazzi
I balletti russi
relatrice Elisa Guzzo Vaccarino
performer Asia Matteazzi, Anna Zingoni, Alessandro Paoloni, Matteo Gavazzi
La danza in TV ’80-’90
relatore Alessandro Pontremoli
performer Asia Matteazzi, Anna Zingoni, Alessandro Paoloni, Matteo Gavazzi, Christian Fagetti
ospite d’eccezione Fabio Molfesi
Questo contenuto è esito dell’osservatorio critico dedicato a MILANoLTREview 2024