Può un sapore riportare alla mente un istante passato? L’espressione déjà vu definisce la sensazione di aver già vissuto quello che sta accadendo in un momento presente, anche se si tratta di un’esperienza nuova e mai verificatasi davvero in precedenza. Per Alessandro Businaro, regista della performance, vivere questa frattura temporale, questa condizione psichica di alterazione della memoria, questo trovarsi dove si era già stati, diventa possibile attraverso il cibo. 
Il progetto Déjà vu nasce come format di spettacolo itinerante, che assume forme e contenuti differenti per ogni città in cui viene proposto, con attrici e gli attori in scena provenienti dal territorio: ecco, allora, Déjà vu / Brescia per la versione esibita a Borgosatollo (BS) nell’ambito del Festival Genera Azione. Ciò che resta immutato nelle varie performance è l’intento di portare un’intera comunità a riscoprire sé stessa e il proprio passato attraverso il gusto, utilizzando la cucina tradizionale locale e la condivisione dei propri vissuti con aneddoti e storie legati ai cibi tipici delle usanze famigliari di un luogo.
Qual miglior modo di solleticare la memoria, quasi infantile e ancestrale, se non tramite i sapori di una cena in famiglia? La performance si articola come un vero e proprio pasto conviviale: decine di spettatori sono seduti in un cortile al medesimo tavolo, apparecchiato con tovaglia bianca, brocche d’acqua, posate, con a disposizione ingredienti per la preparazione di un piatto tipico bresciano e altre pietanze portate dallo stesso pubblico, che si tramuta in ospite di un grande banchetto interattivo.
Si potrebbe definire l’esperienza un viaggio culinario attraverso i ricordi della vita di ogni spettatore: con la mediazione del gusto è possibile far scaturire tracce di vissuto; con il cibo emergono alcune narrazioni personali che danno origine a un déjà vu culinario. Ogni commensale è dunque membro attivo della cena: il vero fulcro dell’esibizione è, infatti, la preparazione dei cosiddetti malfatti bresciani, o strozzapreti, una tipica pasta fresca che viene cucinata in gruppo dagli spettatori, grazie alle indicazioni dei performer o di membri del pubblico esperti della tradizione. Le mani di ciascuno sono necessarie per impastare, modellare, passare piatti al vicino di posto, versare l’acqua dalle brocche o semplicemente impugnare la forchetta e farsi trasportare nelle storie degli altri. Gli spettatori variano per età: al tavolo sono seduti anziani, bambini con i genitori, gruppi di amici ventenni che si fanno aiutare dalle mani esperte dei meno giovani a modellare i malfatti. Si crea così un intenso dialogo tra generazioni, del quale Luca Nencetti e Silvia Napoletano si fanno narratori, conducendo attentamente il gruppo senza lasciare escluso nessuno e permettendo a chiunque avesse qualcosa da raccontare di poterlo fare, sapendo di essere ascoltato.
In un’ora circa, Nencetti e Napoletano sono stati in grado di guidare un insieme eterogeneo di estranei verso la confidenza reciproca, rendendo l’atmosfera della performance quella di una piccola grande famiglia seduta a tavola, dopo una giornata intensa di routine. Un punto di forza di questo lavoro risiede proprio nella sua dimensione conviviale, semplice e di estrema quotidianità. Se all’inizio dell’esibizione il pubblico si può sentire limitato allo stare seduto e in silenzio, timidamente, come sarebbe consono in un teatro deputato, l’evoluzione dell’esibizione conduce i partecipanti a interagire l’uno con l’altro, a ridere liberamente delle battute del vicino di posto, a condividere il proprio passato e le proprie abitudini in un contesto amico di persone che sembrano quasi conoscersi da tempo. I malfatti diventano materializzazione simbolica e sintetica del déjà vu di un’intera comunità. E se questo è il menù, allora, non resta che dirsi “buon appetito” e iniziare, insieme, a mangiare.

Lisa Pagani 


immagine di copertina: foto di Alessandro Businaro

DÉJÀ VU / BRESCIA
di Alessandro Businaro
con Silvia Napoletano e Luca Nencetti
assistenza alla drammaturgia Stefano Fortin
progetto di Bus14
produzione Pallaksch E.T.S.
con il sostegno di Festival Teatro in Quota e della Compagnie Du Tous Vents (Festival Les Longues Journées)
Progetto finanziato dal contributo europeo EFFEA
(European Festivals Fund For Emerging Artists)

La recensione fa parte dell’osservatorio critico dedicato a Genera Azione Festival