Gli elefanti sono animali incredibilmente sociali, noti per vivere in gruppi stabili o insieme a compagni con cui trascorrono l’intera vita. È proprio un elefante, chiamato affettuosamente Grandma, a colpire Laura Pusceddu durante un suo viaggio in Oriente. Questo incontro diventa per lei fonte di ispirazione: in quella creatura maestosa, capace di creare solidi rapporti duraturi, Laura si riconosce. Scaturisce così una riflessione sulla sua vita di coppia e sul suo rapporto con altre persone, in seguito alla decisione presa con la compagna di aprire la relazione alla possibilità di intrattenere frequentazioni esterne alla coppia, alla ricerca di altre “grandma”. La riflessione dà vita allo spettacolo di stand-up comedy Grandma, portato in scena nello Spazio Hug di NoLo durante il FringeMI 2025.
Sin da subito, la comica è in grado di creare un legame diretto con il pubblico rispondendo con sarcasmo e audacia alle domande più curiose — e spesso invadenti — che le vengono rivolte, poiché donna trans, da sconosciuti online, sul suo corpo e sulla sua vita sessuale. Attraverso la trasposizione in scena di questo dialogo tra lei e alcuni interlocutori “multimediali”, Laura, parla del proprio corpo e racconta quali siano le spiacevoli interazioni a cui una donna trans deve saper far fronte ogni giorno. Il raccontare di sé e delle sue esperienze porta la comica a narrare una realtà molto più fragile e intima: il suo percorso con la salute mentale. Inizia così a sviscerare alcuni meccanismi tossici che hanno caratterizzato la sua adolescenza — ponendo un particolare focus su come influenzassero la sua vita relazionale — e che lei inizialmente riteneva normali, salvo poi scoprire che erano sintomo di un disturbo borderline della personalità. Una persona affetta da questa malattia è soggetta a una forte instabilità emotiva, dovuta a una percezione amplificata delle proprie emozioni, che può portare a una forte paura dell’abbandono. Laura legge questo stesso schema comportamentale in alcuni testi di Battisti e lo spettacolo risprofonda nella ricerca di un’ironia quasi grottesca: si elabora la teoria secondo cui il cantautore sia una persona borderline e così facendo viene introdotto al pubblico, in maniera chiara e divertente, un argomento complesso per chi non abbia mai avuto contatti diretti con situazioni simili. Ha allora  inizio il viaggio della comica attraverso la scoperta di sé e del suo disturbo, che, come ogni persona alle prime armi con una nuova malattia, comincia da una piccola ricerca su Google. Il primo risultato proposto corrisponde a quelli che vengono definiti come «i consigli dei life coach per l’apprezzamento delle piccole cose»: sembrerebbe infatti che la cura per il male che affligge Laura sia uscire in primavera, guardare i fiori sbocciare o apprezzare l’armonia dei colori autunnali… Tutte azioni che suscitano in lei grande depressione. Dopo un inizio catastrofico per la sua salute, a risollevare la situazione è un momento cruciale: l’approdo in un gruppo di mutuo soccorso, poiché, confessa la comica, solo attraverso il confronto con gli altri ha iniziato a conoscere meglio sé stessa. Mantenendo sempre un tono ironico e beffardo, Laura permette allo spettatore di comprendere come le malattie mentali si possano affrontare senza troppe complicazioni e che non è necessario ostracizzare le persone che ne soffrono. La chiave di questo processo di immedesimazione è, alla fine, la stessa che ha aiutato Laura a scoprire il suo disturbo: entrare in contatto con testimonianze dirette. Affrontare un percorso di questo tipo è sempre complicato e la strada per la guarigione parte con l’accettare di avere un disturbo e il comprendere come influenzi la percezione della realtà. Diventa allora più semplice apprezzare le piccole cose prima tanto odiate e si può tornare a parlare male dei propri appuntamenti, proprio come fa Pusceddu, che, una volta chiarita la propria situazione torna a relazionarsi con il mondo per poterlo poi raccontare, divertita, al suo pubblico.

Carlo Paroli


immagine di copertina: foto di Davide Aiello

GRANDMA
Scritto e interpretato da Laura Pusceddu

La recensione fa parte dell’osservatorio critico dedicato a FringeMI Festival 2025