«Prima di iniziare, per mettervi a vostro agio, voglio che urliate tutti insieme una parolaccia, la prima che vi viene in mente. Così non ci saranno imbarazzi, siamo tutti amici». Inizia così Topo di campagna, lo spettacolo di Marco Los al Birrificio La Ribalta, quartiere Dergano. E in effetti così sembra: un gruppo di amici che si siede al bar e che, con una birra in mano, si racconta le avventure del periodo appena trascorso.
Lo spettacolo ha come filo conduttore il trasferimento di Los da un piccolo paese in provincia di Cuneo a Milano, per tentare la carriera da comico. Così, attraverso la città di Milano, con tutte le sue contraddizioni, le sue mode e la sua confusione, viene tratteggiato un desiderio più grande: quello di voler trovare la propria strada, di riuscire ad affermarsi, nonostante i rifiuti o i fallimenti, sempre mitigati, però, dalla chiave comica con cui tutto viene raccontato. Los scherza sui propri punti deboli, su quella che era la vita nel suo paesino e di come Milano si spacci per essere una patria accogliente per tutti gli artisti che vogliono provare a fare della propria passione un mestiere, mettendoli poi davanti al fatto che un drink al bar può costare anche 15 euro. E allora per campare in questa giungla non bastano solo le proprie passioni!
Ma non si parla solo di questo: Topo di campagna colora anche i rapporti interpersonali, di amicizia e amore e affonda in quanto sia importante, in entrambi i casi, riuscire a ridere dei propri difetti. È sempre bene non prendersi troppo sul serio!
Los cerca la complicità del pubblico, interagisce con tutti i presenti, come prescrive il genere della stand up comedy, chiede opinioni e contributi, ed è proprio questo dialogo uno dei punti di forza dello spettacolo: gli spettatori annuiscono quando si sentono rappresentati, si danno di gomito tra loro e alzano la mano, come a scuola, quando vogliono intervenire con la propria versione.
E alle fine ci si rende conto che, in buona misura, ognuno ha avuto modo di scontrarsi con il caldo asfissiante di una grande metropoli, oppure ha sperimentato una convivenza poco piacevole o, ancora, ha all’interno del proprio gruppo di amici, quello un po’ sboccato e che fa domande assurde. Accade così che, a spettacolo terminato, il pubblico si è accorto di avere tante cose in comune, prendendo parte a una divertente condivisione dalla realizzazione dei propri sogni al costo della vita sempre più insostenibile fino alla piaga delle zanzare giganti che girano per la città meneghina d’estate, tra ironia e un pizzico di amarezza.

Silvana Accardo


immagine di copertina: foto di Davide Aiello

TOPO DI CAMPAGNA
Scritto e interpretato da Marco Los

La recensione fa parte dell’osservatorio critico dedicato a FringeMI Festival 2025