Odisseo, Enea, Dante: la tradizione letteraria ha spesso affidato a personaggi dalla statura eroica l’ardua impresa di affrontare un viaggio nell’aldilà. Fin dall’antichità, però, nessuna materia è stata considerata sufficientemente seria da sfuggire ai meccanismi della risata: il tentativo di riportare in vita Euripide, nelle Rane di Aristofane, non esclude le spassose battute che Dioniso e il suo servo Xanthia si scambiano già nel prologo, sintonizzando gli spettatori sulla frequenza comica che investirà anche la citazione di celebri versi tragici.
Seppur vestiti con un completo elegante, anche i protagonisti di Dandy Alighieri (progetto della compagnia Free Nipples) assumono i connotati di guide giullaresche, pronte a traghettare il pubblico in una cornice infernale sui generis: l’immaginario dell’Ade e la rappresentazione dantesca del regno luciferino divengono il perimetro entro cui sperimentare diversi codici performativi, dal monologo al cabaret, strizzando l’occhio al teatro-canzone degli anni Settanta. Filippo Capparella e Giacomo Tamburini – sostituito eccellentemente in alcune repliche da Mattia Bartoletti Stella – sono moderni Dante e Virgilio dai tratti farseschi, capaci di riproporre in chiave desacralizzante autori, personaggi e tematiche stereotipate del canone occidentale. Così, il testo del brano Maramao perché sei morto viene riscritto per ironizzare sulla figura di Menelao («perché sei morto? […] Una Troia avevi tu!») e la scure del sarcasmo si abbatte anche su Don Giovanni, tombeur de femme a cui ogni donna della letteratura ha insegnato qualcosa, tranne Gertrude, che gli ha «tolto l’amor», condannandolo a vani sospiri. D’altra parte, non sono forse gli amori non ricambiati ad aver regalato al mondo tanta poesia? Basterebbe Leopardi per andare avanti…«all’infinito»!
Di sketch in sketch, lo spettacolo cresce anche grazie al contributo degli spettatori, che i due interpreti sanno coinvolgere sia accogliendone risate, smorfie e commenti, sia ricercandone la collaborazione per fronteggiare il persistente chiacchiericcio degli avventori presenti, alle loro spalle, nello spazio del Mercato Comunale Andrea Fusina, nel quartiere Cistà: quando il rumore di fondo non può essere semplicemente sovrastato da un tono di voce più alto, né aggirato con una breve pausa in cui scherzare sulla difficoltà sopraggiunta, Capparella prova a creare un’atmosfera più intima inglobando nella drammaturgia un invito agli astanti affinché prorompano in uno “sssh” collettivo, rivolto alle attività commerciali dietro di loro.
Al termine dello spettacolo, la complicità tra artisti e pubblico si è consolidata a tal punto che, dopo i primi applausi, risulta facile prolungare la performance: ben due bis, richiesti a gran voce, sono il risultato dell’abile orchestrazione con cui la coppia comica ha saputo stimolare il desiderio di ulteriori gag, in realtà meticolosamente preparate.
Nadia Brigandì
in copertina: foto di Davide Aiello
DANDY ALIGHIERI
di e con Filippo Capparella e Giacomo Tamburini
Contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2024