Se ti chiedessi di spiegarmi il tragico attraverso un’immagine, quale sarebbe?
Sto studiando le Coefore di Eschilo, che mostra un rapporto esterno tra personaggio e dolore. In Elettra arriva da fuori, la donna infatti dice: «Sono colpita come da irresistibile dardo». Il sentimento del tragico è diverso da quello che abbiamo oggi, in cui siamo sempre di più chiamati a viverlo in modo individuale, solipsistico.
Se devo pensare ad un’immagine più vicina a noi, direi quel fotogramma nel quale Rosemary, nel film Rosemary’s Baby, in uno sguardo tra dolore, paura, desiderio e felicità, scorge il bambino nella culla. Non sappiamo cosa, o chi, stia realmente vedendo: se un mostro, il bambino, il diavolo, il padre, oppure se stessa.
Alessandro Bandini
«God is in the details», diceva Mies Van der Rohe. E infatti la Pietà di Tiziano (dipinto esposto alla Galleria dell’Accademia a Venezia) è un capolavoro senza tempo: nel dettaglio all’angolo destro, vediamo il pittore e il figlio che chiedono, in adorazione, la pietà per la peste. Nonostante il quadro, il loro destino di morte, a causa della malattia, è inevitabile. Inoltre, a partire da questo dipinto, c’è il cambiamento formale e strutturale della pittura di Tiziano, che inizia a declinare verso disperazione e cecità. Per me questi elementi rendono l’opera una vetta irraggiungibile.
Riccardo Favaro