Nel processo di estensione del nuovo FringeMI dal quartiere NoLo, cuore radical della manifestazione, ad altre zone della città, il quartiere Benedetto Marcello sceglie People di e con Raffaella Agate. Lo spettacolo è ospitato allo spazio di co-working Materia di via Scarlatti, luogo alternativo e un po’ asettico rispetto al tripudio di chiacchiere e birra che si trova in altre location del festival.
In un universo distopico ma non tanto lontano, Maria Pia, una donna frustrata e insoddisfatta, ha un profilo sul social network “People”, attraverso cui reclama il proprio riscatto: vorrebbe essere notata e apprezzata, almeno nel mondo virtuale. Grazie ai contenuti postati e alle interazioni con altri utenti della piattaforma, ottiene “cuoricini”, nuova misura del prestigio sociale che offre possibilità di accesso a beni e servizi nel mondo reale, come il parrucchiere o la sanità pubblica. In scena Maria Pia dialoga con Atena, un assertivo assistente vocale che orienta le azioni e le scelte, interpretato da Alessandro Bizzotto attraverso un’ostentata ricerca linguistica tipicamente robotica.
Balza subito alla mente uno degli episodi più celebri della serie tv Black Mirror, intitolato Caduta libera. Agate vi si ispira direttamente e lo cita anche a livello estetico, con la scelta del colore dell’abito rosa pastello, simile a quello della protagonista della fiction. Ma si può spaziare ben oltre con suggestioni scientifiche e altri riferimenti artistici a scenari tecnologicamente compromessi – basti pensare all’opera di George Orwell. La maggior parte degli spettatori riesce facilmente a traslare la propria esperienza di utente social nel surreale contesto di People, in cui la virtualità ha preso il sopravvento. Proprio per questa facilità, tuttavia, si corre il rischio di una sovraesposizione del pubblico alla tematica e di un’eccessiva semplificazione di dinamiche virtuali, che sempre più si intrecciano con le nostre vite reali e assumono una rilevanza complessa.
Il testo scritto da Raffaella Agate ha debuttato proprio in occasione di FringeMi ed è forse questo il motivo per cui a tratti può risultare ancora acerbo, nonostante qualche buona intuizione sul piano dell’ironia e della caricatura. Dopo l’esperienza di People, ci auguriamo che altre drammaturgie riescano a intercettare nuove modalità per indagare i linguaggi della tecnologia e il ruolo che essi ricoprono nella nostra quotidianità: un nuovo “spazio” per il teatro, insomma, uno spazio all’interno di un dibattito di forte attualità ma troppo spesso veicolato dai media in trite formule progressiste.
Andrea Malosio, Riccardo Francesco Serra
PEOPLE
di e con Raffaella Agate
con la partecipazione di Alessandro Bizzotto
contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2022