La lente dell’artigiano. Note a proposito del Vantone e dell’Oresiade di Pasolini – Sebastiano Depperu – Stratagemmi 3

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Descrizione

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L’immagine moderna del mondo romano è spesso cristallizzata, talora inanimata: un rigido rispetto del principio di auctoritas finisce con l’estraniarci dalla possibile attualità dei capolavori della letteratura latina. Accedere alla cultura classica svelandone gli aspetti più simili ai nostri, non più solo commentando, potrebbe invece fornire lo spunto per un confronto fra due civiltà, l’una figlia dell’altra.

L’universo di Plauto ne offre l’occasione opportuna. In effetti Plauto, che fu tra i protagonisti della prima grande stagione della traduzione d’arte in Occidente, si era già posto un problema simile. Plauto offriva ai Romani le Delikatessen di modelli greci affinati, ormai erosi dal conformismo “borghese”, lungo il filo di un linguaggio realista e romano, attraverso una tecnica di teatro nuova per il suo tempo. Da questo gesto linguistico, che il genio di Plauto aveva posto nella parodia dei metri, emerge un attento recupero di forme e colori. Plauto doppia il modello greco e lo riduce a segno opposto e altro da sé.

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