Entrati in sala, gli spettatori si trovano davanti giovanissimi corpi immobili stesi sotto un telo di plastica, che copre interamente le loro diverse fisionomie. “Della necessità, chi è che tiene il timone?” ripete più volte, sussurrando, una voce proveniente indistintamente da sotto la copertura. È proprio questa citazione della tragedia eschilea, che manifesta da subito, prepotentemente, il legame del lavoro coreografico di Simona Bertozzi, con Prometeo. Alla techné del “saper fare”, all’idea di vitalità inscritta nel processo creativo, è infatti dedicato questo quinto quadro realizzato dalla coreografa bolognese sulla figura dell’eroe mitologico.
Le giovani interpreti, tutte danzatrici under 16, liberatesi dal loro involucro di plastica, si dispongono ai margini della sala, mentre una di loro attiva il metronomo che, da questo momento in poi fino a fine spettacolo, scandirà i loro movimenti. La geometria si impone allora come elemento centrale della performance: le danzatrici indossano tutte maglie e pantaloni bianchi e neri in alternanza tra loro; una striscia di nastro telato bianco, posizionato in modo tale da tracciare una diagonale, ridisegna lo spazio scenico suddividendolo in due parti: è in queste due diverse aree che vengono eseguiti duetti e assoli, spesso anche contemporaneamente. Le sequenze dei passi rimangono quasi sempre identiche durante l’intera rappresentazione, a cambiare sono i ritmi e i tempi con cui si intervallano tra loro, qualche volta accade che il loro susseguirsi crei delle sovrapposizioni simmetriche cosicché i gruppi risultano talvolta perfettamente consonanti. È così che l’eventuale impressione di frammentarietà, data dall’alternarsi di sequenze autoconcluse, viene annullata dalla capacità delle giovani danzatrici di “coabitare” uno spazio scenico, innescando, attraverso la ripetizione, una sorta di dialogo coreografico a stretta distanza. All’uscita di scena di tutte le ragazze il metronomo si ferma: non è più tempo della geometria della rappresentazione e dell’istanza creativa organizzata, ora tocca a quella, assai meno lineare e intellegibile, della vita.
Alice Strazzi
Prometeo: Architettura Milano
di Simona Bertozzi / Nexus
coreografia Simona Bertozzi
interpreti Letizia Ponti, Alicia Dias, Gaia Buono, Aurora Pasquali, Martina Brignola, Aleksandra Kumaraku, Rebecca Costa, Alice Ugetti, Bianca Ghezzi, Sofia Polizzi, Martina Carone, Jacopo Severini, Arianna Fioravanti
musica Steve Reich
luci Antonio Rinaldi
organizzazione Beatrice Capitani
promozione Elena de Pascale
ufficio stampa Michele Pascarella
produzione Compagnia Simona Bertozzi /Nexus
con il contributo di MIBACT e Regione Emilia Romagna
con il sostegno di Associazione Danza Urbana, Associazione Cantieri Danza, Ater- Romagna
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView