Secondo Michele Di Stefano /Mk
Questo lavoro del 1983 è una fonte infinita di ispirazione perché mostra una meravigliosa arrendevolezza costruttiva, ossia: pone l’arrendevolezza come gesto creatore. Il processo costitutivo di Set and Reset sta proprio nella negoziazione tra libertà e limite, è un tentativo di tenere sotto controllo l’improvvisazione, ingabbiandola in una forma coreografica fissa e rigida. La sua bellezza sta proprio nella capacità di tenere in vita l’immediato e il momentaneo all’interno di un disegno che invece si staglia nella sua perfezione e precisione. È pura gioia dell’apparizione.
A cura di Agnese Di Girolamo
(In copertina ph: Jack Mitchell)
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MILANoLTREview