Cronaca di una foreign fighter

Un copione. Un teatro. Un palco.
Può essere riassunto così il lavoro del dramaturg, una figura che in Italia quasi non esiste.
Francesca Garolla scrive drammaturgie che poi mette in scena presso il Teatro di Milano. E recita anche. Tu es Libre è il suo ultimo progetto, una storia di foreign fighters e di incomprensioni.
Sembra impossibile che una giovane studentessa dell’Università di Parigi e cultrice di Omero possa essere attratta dalla Siria e dallo sfacelo che la guerra causa in quel Paese. Eppure Haner è convinta: vuole partire per addestrarsi a uccidere. Non subito però: ci vogliono mesi prima che se ne vada per sempre. “L’attesa è paura”, ammonisce uno dei personaggi. Una scelta del genere è tanto incomprensibile per chi la subisce quanto complicata per chi la compie.
Le vicende si sviluppano in quello che sembra essere un tribunale e vedono le testimonianze delle persone più vicine alla ragazza: i genitori, il fidanzato straniero, l’amica egoista. La stessa Garolla è presente sul palco nei panni della coscienza di Haner.
Dire che la professionalità degli attori è ottima non basta, perché anche gli effetti sonori sono disarmanti: la canzone che Haner ascolta alle cuffie e l’effetto amplificatore del microfono del tribunale rendono l’interpretazione estremamente realistica. Come non accennare poi ai costumi: vedere Haner con quel velo arancione è semplicemente sconvolgente.
Guardando la televisione, dopo gli attentati, compaiono sullo schermo le fotografie dei terroristi, quasi a volerne raccontare ideali e vicissitudini. Dopo cinque secondi quei volti scompaiono dai nostri occhi e anche dalla nostra memoria. Lo spettatore di Tu es Libre viene, invece, catapultato dentro quella foto e si immedesima in un persecutore, perdendo per un’ora la consapevolezza di cui è stato sempre padrone.
Poi, magari, il tempo passa e si dimentica i particolari di quella ragazza parigina dal carattere contorto. Quando dovesse verificarsi un nuovo attentato in piena Europa, gli capiterebbe sotto il naso l’immagine del terrorista. E allora gli torneranno in mente la storia di Haner e la sua condizione di foreign fighter.

Sara Rescalli