Secondo Francesca Penzo
Il femmineo appartiene ad ognuno di noi, uomini e donne, ed è parte organica e vitale della nostra esistenza. Questo principio è sfuggente e difficilmente accessibile, solo ironia e disincanto permettono un’osservazione della realtà che ne colga almeno in parte la stupefacente mutevolezza. Una considerazione del corpo femminile in ogni sua sfaccettatura riguarda poi anche il ciclo mestruale, argomento spesso trascurato se non violentemente tabuizzato. Proprio questo elemento di egualità biologica, – che scandisce la drammaturgia del mio spettacolo “Why are we so f***ing dramatic? interpretato con Tamara Grosz – unisce e condiziona al contempo tutte le donne. Tramite alcuni stereotipi, come quello della donna isterica o addolorata, ci può accostare a ciò che effettivamente comporta vivere la propria femminilità, l’esemplarità non è in questo caso paradigmatica ma piuttosto simbolo e strumento di riflessione su ciò che avviene nel nostro corpo. Per la danza, dove fisicità e sensibilità sono elementi chiave, la questione diviene ancora più impellente.
A cura di Ludovica D’alessandro
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView