Quando l’Heartbreak Hotel ti chiama, riattaccare la cornetta non è un’opzione”.
Prosegue la produzione antologica dell’Heartbreak Hotel del Collettivo Snaporaz: dopo Taccuino d’appunti n°1, primo episodio del progetto prodotto e accolto da Teatro i in questa stagione 2017/2018, arriva Stanza 207. Si tratta dell’ultima ramificazione di una ricerca tentacolare che gli Snaporaz (al secolo Gilda Deianira Ciao, Matteo Salimbeni e Fulvio Vanacore) portano avanti dal 2014 e che  conta oggi, oltre ai due titoli già citati, altri tre lavori differenti per linguaggio e senso: Heartbreak Hotel primo soggiorno (di cui Stanza 207 costituisce, in certa misura, una rielaborazione più matura), l’installazione Stanza n°13 (qui la recensione dello spettacolo visto a ITfestival 2017)Heartbreak Hotel room 304 (andato in scena in un albergo di zona Garibaldi nell’ambito della stagione di Zona k – Focus Urban lo scorso ottobre).

Un episodio dopo l’altro, l’edificio spettacolare degli Snaporaz ha assunto il gusto pop di una serie tv americana: capace di coinvolgerci in una dimensione parallela, con le sue dinamiche e le sue storie, di farci affezionare ai suoi volti, ai suoi toni, ai suoi luoghi. Ma non si commetta l’errore di pensare all’Heartbreak Hotel come a un semplice set condiviso dai diversi capitoli. L’albergo è “una presenza viva”, un interlocutore: luogo dell’anima e, al contempo, personaggio. Agli appassionati di Murakami tornerà forse in mente il Dolphin Hotel di Dance Dance Dance: uno spazio contraddittorio, di respiro intimo e universale, distorto come in sogno. Un luogo vivente, che ci fa “percepire le sue pulsazioni e il suo calore”, che ci “comprende dentro di sé”. Ospiti della Stanza 207 sono Brad (Vincenzo Giordano) e Veronica (Alice Spisa), fidanzati trentenni che arrivano in albergo alla vigilia di capodanno e al culmine di una crisi. Una maldestra coppia di provincia, coi sogni di tutti, i pensieri di tutti. E i problemi? Sì, anche quelli ci riguardano da vicino. Succede che lei non lo capisce. Che lui non la comprende. Che lei desidera qualcosa. Lui, invece, vorrebbe altro. Lei non sa spiegarsi. Lui non parla. Incastrati nei propri pensieri, distratti, goffi: incapaci di guardarsi, di comunicare, di sondare i desideri dell’altro e di mettere a nudo i propri. Sono dinamiche fin troppo note, limiti e impacci che (più o meno consciamente) abitano le nostre quotidianità e che i due interpreti ripropongono con un’efficace semplicità. Ma – sembrano suggerirci gli Snaporaz, ed è questa la novità – questi limiti non sono tutto. Esiste un luogo per accoglierli e indagarli, per immergersi nella crisi, scendere a fondo e risalire: un luogo per rinascere dalle ceneri del dolore. È l’Heartbreak Hotel, l’albergo dei cuori infranti – e che forse, a ben vedere, non è altro che lo stesso spazio della scena, la culla dei corpi e delle parole, la catarsi del rito teatrale: uno spazio per guardarsi alla luce di un’abatjour, nell’unico angolo luminoso di una stanza buia, e lasciarsi condurre attraverso i nodi dell’esistenza.

Meno intimista e forse più convenzionale nella fruizione rispetto alle performance precedenti (la Stanza n°13  ad esempio accoglieva un unico spettatore alla volta), Stanza 207 conferma tuttavia la volontà del collettivo di offrire al pubblico una fruizione raccolta: è la disposizione stessa delle prime file di poltrone, spostate ai lati della scena, a rompere la frontalità della visione. Si è dentro, si è inclusi, si è parte dell’albergo. Il perimetro del quadro scenico è spezzato anche sul fondo, dove lo spazio di ‘retropalco’ è esibito apertamente: da qui, in una soffusa luce arancione, si irradiano live gli accordi del chitarrista Alberto Sansone, distorcendo l’atmosfera della stanza 207, fondendo il quotidiano con l’onirico, il sogno e la realtà.

Non può infine mancare quel dialogo tra forme artistiche affini a cui gli Snaporaz si sono sempre mostrati interessati. Allo spettacolo si accompagna infatti una piccola mostra di comics curata da Micol Beltramini: dieci artisti per altrettante tavole, dieci frame delle vicende che hanno condotto i protagonisti fino alla Stanza 207. Le illustrazioni raccolte in questo modo, colorano l’immaginario dello spettatore, collaborando alla creazione – e al culto – dell’universo Heartbreak Hotel.

Gianmarco Bizzarri

Heartbreak Hotel | Stanza 207
un progetto di collettivo snaporaz
regia e suono: Fulvio Vanacore
drammaturgia: Matteo Salimbeni
con: Vincenzo Giordano e Alice Spisa
chitarra live e loop: Alberto Sansone
produzione: Teatro i