1. L’Inferno e la fanciulla di Piccola Compagnia Dammacco al Teatro Franco Parenti
Li vedremo spesso di qui a giugno al Teatro Franco Parenti: Piccola Compagnia Dammacco presenta al pubblico milanese la sua Trilogia della fine del mondo. Tre spettacoli che dal 2012, quando venne realizzato L’ultima notte di Antonio, al più recente Esilio hanno incontrato premi e riconoscimenti (dal Premio nazionale Giovani Realtà del Teatro ad essere finalisti per Retecritica e l’Ubu. Si inizia allora con L’inferno e la fanciulla, monologo allegorico-poetico con cui Serena Balivo (coautrice con Mariano Dammacco) conduce il pubblico direttamente nei recessi d’Averno, attraverso l’insospettabile antro-portone di una scuola elementare. “Il debutto in società” per questa novella Mafalda coincide con l’inizio dello sprofondamento nell’‘autocoscienza’, con la scoperta della rabbia che suscita il “non entrare, mai, nei giochi della vita”: perché un inferno tutto interiore ce ne distoglie.
#nuovadrammaturgia #monologo #provadattore
2. Folk-s + Chroma di Alessandro Sciarroni al Teatro dell’Arte
Questa settimana i riflettori del Teatro dell’Arte si accendono per Alessandro Sciarroni! E non potrebbe essere diversamente: il “coreografo per caso” – a dispetto di ogni apparenza Sciarroni non conta una ‘regolare’ formazione coreutica – catalizza sempre l’attenzione, quando lo si riesce a ‘rubare’ ai circuiti internazionali. Due i titoli in programma: Folk-s Will you still love me tomorrow? e Chroma_Don’t be frightened of turning the page. La cifra stilistica è la stessa, inconfondibilmente ipnotica fondata sulla ripetizione e sulla rotazione del gesto. Folk-s nasce infatti “da una riflessione sui fenomeni popolari di danza folk antica, sopravvissuti alla contemporaneità” mentre Chroma (ultima produzione dell’artista marchigiano) apre, a detta del suo genitore, quasi una nuova fase creativa: le azioni cessano di essere pre-esistenti, sequenze già compatte, scoperte e (r)accolte al modo di “readymade”. Due ‘studi’ sul movimento capaci di conquistare critica e pubblico nella loro vertigine danzante.
#international #performance #nuovilinguaggi
3. Cous Cous Clan al Teatro Elfo Puccini
Ormai da dieci anni, fiumi, laghi e sorgenti sono sorvegliati da guardie armate del governo, che non permettono a nessuno di avvicinarsi alle fonti idriche. È qui, in questa giungla, che vive alla giornata il Cous Cous Klan sconquassata rappresentanza umana “socialmente instabile e carica di nevrosi e debolezze”. Dopo il successo di Animali da bar Carrozzeria Orfeo torna all’Elfo Puccini in prima nazionale, a raccontare le sfaccettature del genere umano. Lo fa questa volta attraverso uno scenario apocalittico, che ha tutti tratti di un “non improbabile domani”: un mondo-congiuntura che mostra distopicamente gli effetti del nostro ‘razzolare male’. Le creature di Carrozzeria Orfeo così poco in grado di provvedere a se stesse saranno invece in grado di accudire lo spettatore e generare nella platea quell’affezione che non riescono a conquistare nel proprio mondo?
#nuovadrammaturgia #prosa #teatrodistopico
a cura di Federica Monterisi