Che aspetto hanno le stanze della memoria? Da questa domanda prende forma il setting di Nettles, la nuova creazione di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl, alias Trickster-p: la compagnia ticinese, che si è distinta fin dagli esordi per l’ideazione di originali impianti scenici, affida allo spazio e alle sue mutazioni il cuore drammaturgico della propria performance.

Lo spettatore attraversa in solitudine un labirinto di piccoli luoghi, guidato solo da una voce in cuffia e da una silenziosa regia di luci. Ci si trova ad abitare una stanza e poi, dietro la tenda, eccone apparire un’altra e un’altra ancora: come se il pubblico vedesse succedersi davanti ai suoi occhi tante differenti scenografie per altrettanti spettacoli. Le riflessioni e i racconti della voce narrante, sussurrati all’orecchio, sembrano prendere vita in modo estemporaneo dall’osservazione degli oggetti che abbiamo davanti agli occhi: un tappeto, una fotografia, un vecchio oggetto. A chi non è capitato di sentire riemergere un ricordo guardando – Gozzano docet – “le buone cose di pessimo gusto”?

Ma presto diviene evidente che le parole e le immagini stanno girando intorno a un centro, doloroso e indicibile: la morte di un padre, i ricordi dell’infanzia, la necessità di tenere insieme in un’unica narrazione unitaria il passato dolce e il presente amaro. La drammaturgia (a cui ha contribuito anche Simona Gonella come dramaturg) si assesta da principio su toni leggeri, quasi favolistici, ma affonda poi senza reticenza sulla finitezza umana, sulla necessità di accettare il lutto, sul valore del ricordo. Non diversamente da quanto accade in Nachlass – recentemente presentato al Piccolo Teatro da Rimini Protokoll – Trickster-p ci conduce dritti al cuore di ciò che non vorremmo sentire raccontare: la mortalità delle persone che ci sono care, e dunque anche la nostra.

Lo spettatore resta solo, negli spazi imprevedibili della scenografia mutante, a prendersi il tempo di una riflessione che difficilmente si concederebbe negli orizzonti stretti della quotidianità. Vi potrà capitare, mentre riponete la vostra cuffia e salutate la regista che vi aspetta alla fine del viaggio, di accorgervi che vi è tornato alla mente un odore o un sapore della vostra infanzia. Non dimenticatelo.

Maddalena Giovannelli

 

Nettles
di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl
visto a Triennale Teatro dell’Arte_11-13 maggio 2018
in replica il 31 agosto e il 1 settembre a Bassano del Grappa per BMotion_OperaEstate Festival e il 29 – 30 settembrea Prato per Contemporanea Festival