Tra anonime palazzine e vialoni asfaltati, la periferia milanese non spicca per policromia, ma durante il periodo del FringeMI diventa più facile sottrarsi al grigiore cittadino: all’Avantgarden Gallery di Calvairate una scenografia total-fucsia, involontariamente en pendant coi colori del festival, ha accolto gli spettatori di Scenes with girls. La scelta cromatica interroga il pubblico non appena varca la soglia e si sia accomodato in uno spazio così prossimo alla scena: c’è da aspettarsi un teatro a tema gender? 

La regia di Martina Glenda (che insieme a Massimo Cerrotta ha anche tradotto il testo dell’autrice britannica, Miriam Battye) intende, in realtà, giocare coi contrasti: la morbida moquette, che delinea la sezione di una camera e incornicia un water rosa, funge da contrappunto agli ideali di Lou e Tosh, due amiche pronte a vivere in totale autonomia, libere dalla narrazione maschilista secondo cui il successo delle donne passa per la stabilità relazionale con un uomo. Le incursioni nel loro mondo, tuttavia, lasciano trasparire due approcci alla vita in società agli antipodi: la tattica adottata da Lou (interpretata da Chiarastella Sorrentino) è di “stringere legami senza stringere legami”, sperimentare una sessualità libera e a tratti compulsiva, che non prevede alcun coinvolgimento emotivo; al contrario, Tosh (Chiara Gambino) ha consacrato il proprio corpo al nubilato, credendo così di scongiurare qualunque pericolo di ricalcare certe aspettative sociali. Le loro posizioni, estreme e all’inizio quasi monolitiche, sono destinate a sgretolarsi di fronte all’apparente felicità dell’ex coinquilina Fran (Giulia Chiaramonte), in procinto di sposare Tristan, il fidanzato ideale con cui non litiga mai.

Il confronto con l’immagine viva di un mondo convenzionale innesca la reazione e l’evoluzione dei personaggi: le convinzioni di Lou e Tosh vacillano e una punta d’invidia per un traguardo a cui non pensavano di mirare inizia a trapelare dalle loro confidenze. Fran diviene il perno di un’escalation di incomprensioni, punzecchiature e litigi che si consumano fra le due amiche, ma al contempo nemmeno lei sfugge alla crisi della situazione iniziale. Così, tutte e tre le ragazze si ritrovano a sconfessare i propri modelli di riferimento e non riconoscono più se stesse. La soluzione, viene dalla loro amicizia: hanno bisogno del rapporto con le altre per ritrovarsi e accettare anche le contraddizioni della loro generazione e della società che abitano. Lou, Tosh e Fran – anche grazie al palpabile affiatamento delle loro interpreti – esaltano il legame dell’amicizia, come sentimento che permette di “amarsi senza ricompensa”, senza chiedere nulla in cambio se non l’ascolto e il sostegno reciproci. È solo in questa forma sublimata di amore che non si temono le esposizioni di vulnerabilità e ci si concede di esprimersi fino in fondo, perché non esiste incomprensione né momentaneo rifiuto che non possa stemperarsi in un abbraccio. 

Nadia Brigandì


SCENES WITH GIRLS
di
Miriam Battye
traduzione di Martina Glenda e Massimo Cerrotta
con Chiarastella Sorrentino, Chiara Gambino, Giulia Chiaramonte
regia Martina Glenda
scene Sara Palmieri
assistente alla regia Alessia Cappello
produzione Khora Teatro

contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2022