“The Ceaușescus’ death, like their life, was a spectacle”, sentenzia la voce off di un documentario che guardo nel tentativo di colmare il vuoto tra me e i dittatori rumeni, tema cardine nel nuovo lavoro di Frosini/Timpano presentato a Inequilibrio 2018. E, in effetti, la considerazione non potrebbe essere più vera: dall’insperata ascesa al potere, fino alla rocambolesca fuga in macchina e all’esecuzione trasmessa in tv, la vita di Nicolae ed Elena Ceaușescu sembra una tragedia in piena regola.

Deve averlo pensato anche David Lescot, drammaturgo francese, che nello scrivere il testo de Gli sposi fa aperto riferimento al Macbeth shakespeariano, l’opera che forse più di ogni altra sa nutrirsi e raccontare l’ambizione al potere declinata al femminile. “Double, Double, Toil and Trouble”, allora per donare un’aura di mistero all’altrimenti inspiegabile ascesa di due zotici della Valacchia, “la vera terra romena”. Elvira Frosini e Daniele Timpano raccolgono il testo attraverso la traduzione di Attilio Scarpellini e inizia la sfida: così mentre Timpano incarna un Nicolae balbuziente, defilato e remissivo, Frosini è un’Elena volitiva, ambiziosa e senza scrupoli. Vera e propria Lady Macbeth, alla signora Ceaușescu basta un piccolo cenno per scalzare il marito-marionetta e conquistare il centro della scena, dove non solo si permette di suggerire al “Presidente” come cambiare le leggi per mantenere il potere, ma spinta da un’ossessiva brama di autoaffermazione, si intesta – lei che ha conseguito a fatica la licenza elementare – un dottorato in chimica con tanto di pubblicazioni scientifiche sui polimeri.

Il testo di David Lescot, però, non si limita alla mera tragedia né all’eco shakespeariana: esilaranti pennellate di black humor restituiscono la piccolezza e la quotidianità dei Ceaușescu, dipinti come due omuncoli senza qualità, che sembrano aver usurpato perfino il destino di qualcun altro. Come accadeva in Acqua di Colonia, Frosini/Timpano usano la chiave della satira per narrare con feroce e pungente lucidità la Storia, questa volta quella della Romania: dalla messa al bando del Partito Comunista fino allo scoppio della guerra del 1941 e la conseguente ascesa del conducător generale Antonescu. L’ironia innerva la scena fin dall’impietosa presentazione dei due, scandita da ritmi serrati, reciproche bassezze e un accumulo di mediocrità, e prosegue con le infinite cariche governative di Nicolae, i provvedimenti governativi contro aborti e divorzi, la costruzione del megalomane e mastodontico palazzo del Parlamento, fino a tramutarsi in aperto parossismo.

Alla fine, sulla scena, dei due terribili dittatori non rimarrà più niente, se non qualche straccio e un po’ di carne: a far da cornice a questa ultima immagine è solo un palco spoglio, con tutto il suo bagaglio di vuoto e nudità, ad accentuare un profondo senso di desolazione. Timpano e Frosini sono ora seduti nei propri panni e raccontano la fine di quella folle corsa: il processo sommario, le reazioni fisiche dei due sposi, che si cercano e tranquillizzano vicendevolmente, mentre si sentono in sottofondo, registrate, le vere risposte dell’interrogatorio a cui i due furono sottoposti. Ma non c’è tempo per alcuna compassione: un filmato dell’odierna Romania, piena di centri commerciali e insegne luminose, mostra gli effetti di una Storia che non ha tempo di fermarsi. Le note di Dragostea din tei di O-Zone invadono la sala e disorientano lo spettatore, ancora incredulo davanti alla rapidità degli eventi. Sono le macerie di una tragedia balcanica, quelle raccontate da Frosini/Timpano, di uno “spectacle” rimasto impresso al mondo, e le cui conseguenze, purtroppo, non si sono fermate alla parola “buio” di un copione.

Vanja Vasiljevic


Gli sposi – romanian tragedy
regia e interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
testo di David Lescot
traduzione Attilio Scarpellini
disegno luci Omar Scala
scene e costumi Alessandro Ratti
produzione Gli Scarti, Accademia degli artefatti, Kataklisma teatro con il sostegno di Armunia Centro Residenze Artistiche Castiglioncello, Asti teatro, Teatro di Roma nell’ambito di Fabulamundi – Playwriting Europe.

Visto nell’ambito di Inequilibrio festival 2018, Castiglioncello_5-6 luglio 2018