“Ma davvero ci sono così tanti i teatri a Milano? E perché di questo autore non avevo mai sentito parlare?”. Per chi è abituato a girare per le sale, scorrere con occhio attento la programmazione settimanale e scegliere con cura dove investire impegno e ore serali, la domanda di uno studente di liceo può spiazzare. Però è doveroso rispondergli nel modo più esaustivo possibile, e prendersi del tempo per raccontargli che cosa c’è dietro quello strano nome di teatro che stasera visiterà o dietro quella strana compagnia di cui non ha mai sentito parlare. Chi lo sa, potrebbe nascere un nuovo spettatore. O magari un nuovo critico.

È uno degli “effetti collaterali” del corso di formazione alla critica teatrale avviato dall’associazione Prospettive Teatrali con il sostegno di Fondazione Cariplo. Un progetto che entra nelle scuole, va a bussare nelle classi e coinvolge alunni e professori per risvegliare l’attenzione su uno dei patrimoni culturali del nostro paese, spesso non approfondito come meriterebbe nei programmi didattici tradizionali.

Ma chi l’ha detto che ai ragazzi delle superiori quell’argomento non interessa? E se lo spazio nel tradizionale programma non c’è, perché non lasciare una manciata di ore in mano a un professionista della materia, a un tecnico quasi, che possa mostrare cosa c’è dietro uno spettacolo teatrale e fornire ai ragazzi gli spunti e gli strumenti necessari per non essere più spettatore passivo bensì utente attivo e critico di una performance artistica?

La prova che valga la pena impegnarsi in questo progetto è nei dati raccolti attraverso questionario nei primi tre licei milanesi con cui è partita la fase 2012 del Progetto scuole di Prospettive Teatrali: il Liceo Classico G. Berchet, il Liceo Musicale G. Verdi e il Liceo Classico Statale A. Manzoni. Ai primi due istituti è stata proposta la visione dei “Tre atti unici di A. Checov” con la regia di Roberto Rustioni, in scena presso il Teatro i di Milano; al Liceo Manzoni è stato proposto invece “Eros e Thanatos”, con la regia di Serena Sinigaglia presso il Teatro Ringhiera. Tanto per cominciare, i ragazzi si sono appassionati ai temi trattati: drammaturgia, regia, scenografia, scaletta di un testo critico. Non li hanno spaventati i nomi nuovi, il bagaglio che si arricchiva, le suggestioni. Una mente adolescente è una lavagna da riempire: lo hanno mostrato l’entusiasmo e la partecipazione con cui i ragazzi hanno seguito gi incontri con i registi. Lo sguardo nell’officina teatrale ha offerto ulteriori spunti, anche instillando nelle giovani menti quelli che sono i germi dell’attività critica: analisi, curiosità e profondità.

Certo, in poche ore condensate e con la visione di un solo spettacolo non si forma quello che potrebbe essere chiamato lo “Spettatore critico”. Però si mettono le basi, si approfondisce lo sguardo, si fa strada il dubbio. Il dubbio che andare a teatro non sia una cosa da vecchi. Una cosa noiosa o che implica una perdita di tempo. Il dubbio che c’è qualcosa oltre il computer e la tv. Che valga la pena uscire di casa e perdersi in territori non ancora esplorati. L’investimento in questi casi non è mai a perdere.