Guardando i danzatori e le danzatrici della compagnia di Michele Merola, non si può fare a meno di chiedersi come ci riescano. Non a produrre quelle prodigiose torsioni anatomiche, che pure ci sono, ma, piuttosto, a evocare la totale e assoluta intimità che due corpi possono creare toccandosi. Al festival di MILANoLTRE la MM Contemporary Dance ha portato in scena quattro lavori che, nonostante le differenze dal punto di vista stilistico e tematico, ha saputo far emergere una narrazione unitaria: cosa può il contatto fra due corpi?
La proiezione, in esclusiva, di Maguy Marin: l’urgence d’agir — il docu-film di David Mambouch proiettato la sera prima degli spettacoli — è una vera e propria dichiarazione poetica che introduce al dittico della coreografa francese Duo d’Eden e Grosse Fugue rimesso in scena dalla compagnia emiliana.
Duo d’Eden mette in scena l’incontro e l’innamoramento del primo uomo e della prima donna, così che la creazione del mondo viene a coincidere con la scoperta dell’amore da parte dei due danzatori, che si presentano sul palco in costume anatomico, indossando maschere di lattice che ricordano quelle indossate dai danzatori di May B, i corpi avvinghiati diventano un essere unico che nell’abbraccio impara a camminare, a cibarsi, ad amare e a vivere.
Grosse Fugue, è invece la rappresentazione letterale e fisica di uno spartito di Beethoven: una composizione pensata da Beethoven per un quartetto d’archi, che, nella coreografia di Marin viene impersonato da quattro danzatrici. La relazione corporea tra le danzatrici è millimetrica, e ogni singolo gesto concorre a creare un’unica sinfonia.
Skrik, di Adriano Bolognino, va in direzione opposta: nel tentativo di dare corpo e voce all’Urlo di Munch, l’opera invoca la presenza di tutta la compagnia, che si presenta vestita di rosso, esibendo, attraverso i vestiti, una ferita che diverrà il tema angosciante e pervasivo della performance. I danzatori accolgono il tentativo di un urlo impossibile e necessario, quello del protagonista: l’urgenza di un’emotività diffusa che non trova risonanza perché non riesce a essere condivisa. I corpi pulsano secondo il ritmo cardiaco a incoraggiare un respiro che stenta a compiersi, lasciando allo spettatore il compito di accoglierlo.
I tre lavori presentati nella prima serata si discostano radicalmente da BALLADE, l’opera di Mauro Bigonzetti. La performance si propone come un omaggio a Pier Vittorio Tondelli e come un inno a quel decennio, gli anni ‘80, che ha rivoluzionato per sempre il nostro modo di pensare al desiderio. Con un ritmo narrativo che ammicca al musical, BALLADE porta in scena temi come la droga, l’epidemia di AIDS e lo stigma che colpì la comunità queer in tutto il mondo a partire dal 1981, ma lo fa con una dolcezza nostalgica capace anche di ricordare un periodo in cui una rivoluzione dei costumi e degli affetti sembrava ancora possibile. Come ha messo in luce Stefano Tomassini, nel corso della sua lecture al PAC, la reazione all’epidemia di AIDS è stata dinamitica nel far emergere i contrasti sotterranei di un decennio contraddittorio, segnato dall’edonismo spensierato delle discoteche e dalle manifestazioni violente e disperate di ACT UP. Bigonzetti nell’ideare questa coreografia ha lavorato indubbiamente sul senso di urgenza che plasma la trasmissione di un’eredità politica ed emotiva insieme e che si pone come un’interrogazione su come questo lascito vada riattualizzato. Le sonorità sono quelle che hanno animato le notti quegli anni e che contribuiscono a evocare un’atmosfera di strazio e delizia, avvolgendo i corpi dei danzatori che di volta in volta si fanno amanti, malati, drogati e giovani, nel senso più ampio e semplice possibile. La performance si organizza in quadri ora affollati ora intimi fino all’asfissia, secondo un passo che era quello proprio della scrittura di Tondelli, capace di conciliare volgarità ed erotismo.
Senza mai perdere un senso di tenerezza e di stupore per ciò che avviene nell’incontro fra due corpi.
Jaele Brittelli
in copertina: foto di Tiziano Ghidorsi
DUO D’EDEN
Coreografia e colonna sonora Maguy Marin
Coreografia rimontata da Cathy Polo e Ennio Sammarco
Costumi Montserrat Casanova
Luci Alexandre Béneteaud
Maestri ripetitori Paolo Lauri, Enrico Morelli
Interpreti Lorenzo Fiorito, Fabiana Lonardo
Produzione MM Contemporary Dance Company
Co-produzione Fondazione I Teatri
GROSSE FUGUE
Coreografia Maguy Marin
Coreografia rimontata da Dorothée Delabie
Musica Ludwig van Beethoven, Die Grosse Fuge, op.133
Costumi Chantal Cloupet
Luci François Renard
Maestro ripetitore Enrico Morelli
Interpreti Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Giorgia Raffetto, Alice Ruspaggiari
Produzione MM Contemporary Dance Company
Co-produzione Reggio Parma Festival, Festival Bolzano Danza/Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, MILANoLTRE Festival
SKRIK
Coreografia Adriano Bolognino
Musica Max Richter
Disegno luci Gessica Germini
Realizzazione costumi Nuvia Valestri
Assistente alla coreografia Rosaria Di Maro
Maestro ripetitore Paolo Lauri
Interpreti Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Rossana Samele, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa, Leonardo Zannella
Produzione MM Contemporary Dance Company
Co-produzione Comune di Bassano del Grappa – Operaestate Festival Veneto
BALLADE
Coreografia e regia Mauro Bigonzetti
Musiche Nick Cave, CCCP – Fedeli alla linea, Leonard Cohen, Arvo Pärt, Prince, Nina Simone, Frank Zappa
Disegno luci Carlo Cerri
Costumi Silvia Califano
Assistente alla coreografia Roberto Zamorano
Maestro ripetitore Paolo Lauri
Performer Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa, Filippo Begnozzi, Aurora Lattanzi, Giorgia Raffetto
Produzione MM Contemporary Dance Company
Co-produzione Teatro Comunale di Modena
Questo contenuto è esito dell’osservatorio critico dedicato a MILANoLTREview 2024