Il titolo del vostro spettacolo è Jue – Aware: due parole apparentemente distanti, almeno linguisticamente. Qual è il loro significato e come si coniugano?
“Jue” nella lingua cinese ha una doppia accezione: da una parte indica la tensione spirituale elementare dell’uomo e il suo porsi domande sulla vita, mentre la seconda etimologia esprime l’azione quotidiana e terrena del dormire. Questa parola accostata al concetto inglese di consapevolezza porta ad un risveglio quasi ascetico, attuato appunto tramite la presa di coscienza.
In scena danzi al fianco di Luo Lili, che oltre ad essere un simbolo della danza tradizionale in Cina, è anche tua madre. Come è nata l’idea per questo lavoro e come si è evoluto il vostro rapporto sulla scena?
Questo lavoro nasce dall’amore per mia madre: è stata lei a instradarmi verso questa disciplina artistica e lei stessa mi ha insegnato i primi passi di ballo tradizionale. Naturalmente quando abbiamo cominciato a lavorare assieme per la realizzazione di questo progetto si sono aggiunti molti più significati che vanno a sfociare in tematiche più ampie, che non riguardano solamente il nostro rapporto. Man mano che lavoravamo il fulcro tematico del lavoro si è spostato allora anche sulla bellezza che nasce dal confronto generazionale e sull’arricchimento artistico che ne consegue. Sul finale dello spettacolo viene introdotta anche una bambina in scena e da due generazioni si passa a tre: il passato, il presente e il futuro conversano fra di loro esattamente come la danza classica, moderna e contemporanea.
Quali pensi che siano i punti di contatto fra la danza tradizionale cinese e quella contemporanea? E a quale delle due tipologie pensi sia più interessato oggi il pubblico in Cina?
L’approccio del pubblico cinese nei confronti di questi due modelli è molto diverso rispetto a quello occidentale. Sia la danza tradizionale sia quella contemporanea sono diffuse e apprezzate in Cina, anche perché hanno degli evidenti punti di contatto. Ad esempio, il rapporto fra uomo e natura è fondamentale per entrambe e molti movimenti in tutte e due le discipline riprendono il fluire delle onde o la forza del vento e in generale tutto ciò che riguarda i quattro elementi fondamentali a cui siamo molto legati nella nostra cultura. Certo è che l’attaccamento del popolo cinese nei confronti del genere tradizionale è ancora molto forte e forse supera ancora quello contemporaneo, basti pensare che l’esercito si dedica ancora all’insegnamento di coreografie di gruppo e all’istituzione di compagnie di ballo legate alla tradizione.
Francesca Pozzo
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView