Una risata sguaiata, poi una a crepapelle, un risolino succinto, di nuovo una a crepapelle e infine un vero e proprio sghignazzamento. Sono queste le varie reazioni che Trucioli, lo spettacolo di Luca Zacchini e Francesco Rotelli, in arte Gli Omini, ha evocato nel pubblico del Lavoratorio. Gli Omini mettono in scena storie di tutti i giorni, esperienze comuni di persone comuni, raccolte percorrendo l’Italia da nord a sud grazie alla guida della voce fuori campo robotica di Google Maps che, con raffinata ironia, indica loro i bar più vicini, le strade, le piazze.
Seduti a un tavolo e rivolti al pubblico, Zacchini e Rotelli cominciano proprio dal loro titolo: i trucioli sono tasselli di vite umane, racconti quotidiani che compongono il paese nella sua concretezza. Sono minuscoli spiazzi nel territorio, che vanno a comporre un mosaico di espressioni, gesti e realtà. Leggeri e all’apparenza insignificanti, se messi insieme i trucioli possono formare il metallo o la cellulosa e diventare più pesanti. Analogamente, anche i trucioli degli Omini, uniti, fanno rivivere le memorie di un territorio, raccontandone gli abitanti, rendendoli i protagonisti assoluti. Per percorrere l’Italia dal Veneto alla Basilicata, gli Omini dimostrano la loro capacità di saper ricreare tutti i dialetti; così facendo, ci fanno sentire tutti parte di una stessa cultura, mai soli.
All’alzarsi di un cartellone con almeno cinquanta titoli bizzarri ma molto accattivanti, sta al pubblico scegliere quelli che più lo attirano (sette o otto, il limite imposto dagli autori): gli Omini si esibiscono quindi nell’interpretazione di chilometri di storie quotidiane, proponendo un ritratto variegato dei giorni odierni. Il pieno coninvolgimento del pubblico nella sala riavvicina l’autore alla sua platea, in un teatro diverso, sicuramente molto più intimo e fraterno rispetto a quello magari proposto da un autore statico che recita le proprie battute, riceve gli applausi, saluta e se ne va. Con la loro serie di titoli, gli Omini suggeriscono un teatro che va oltre il copione e costruiscono uno spettacolo da non perdere, conferma assoluta della presenza scenica di Zacchini e Rotelli e della loro capacità di trasformare piccole storie in un racconto di interesse davvero collettivo.
Francesco Cosenza
foto di copertina: ufficio stampa
TRUCIOLI
drammaturgia Giulia Zacchini
con Francesco Rotelli e Luca Zacchini
produzione Teatro Metastasio Prato
in collaborazione con Gli Omini
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico Officina Critica