Atene ha salutato il 2014 con uno spettacolo straniero di particolare rilievo. Fino al 21 dicembre la Casa delle Arti e delle Lettere ha ospitato Ubu and the Truth Commission di William Kentridge, artista sudafricano di cui si è parlato molto recentemente in Italia per il discusso progetto site-specific Triumphs and Laments lungo i muraglioni del Tevere a Roma.
Prima di Atene questo spettacolo, che ha debuttato nel 1997, ha avuto una tournée italiana: in novembre era al Teatro della Pergola di Firenze, e in dicembre a Roma per “Le Vie dei Festival”. Si tratta di una contaminazione ben riuscita che si richiama all’atmosfera dada inaugurata da Jarry, e colloca Ubu nel SudAfrica degli anni Novanta, all’epoca della Commissione per la Verità e la Riconciliazione, istituita da Nelson Mandela alla fine dell’apartheid.

Il pubblico ateniese ha ammirato l’abile mescolanza dei registri: animazioni video, proiezioni con documenti di archivio e audio di testimonianze, e soprattutto la compresenza di attori e marionette della Handspring Puppet Company. Il protagonista, “Pa” Ubu, omuncolo ridicolo e bestiale, fa la doccia, novello Pilato, per togliersi di dosso l’odore di sangue e di dinamite, come pure il senso di colpa per le sue stragi. Intorno a lui, e in forte contrasto con la sua ‘spensieratezza’, si muovono i pupazzi che rappresentano padri e madri distrutti dal dolore, che rendono testimonianza e parlano del sangue innocente, dei soprusi, delle complicità e degli spregevoli giochi politici. Ubu è affiancato da due marionette, simboli del potere tirannico: una ha la forma del cane Cerbero a tre teste, guardiano dell’Ade e suo aiutante nei delitti; l’altra è un coccodrillo che divora avidamente ogni prova di verità, in nome dell’oblio e dell’amnesia. In modo grottesco, Ubu cerca di coprire i suoi misfatti, e danza, canta e saltella sulla scena come un ridicolo saltimbanco, invocando l’amnistia.

I critici greci, e in particolare Nikos Xenios (su Bookpress.gr), hanno colto nel lavoro di Kentridge l’inquieta dialettica fra responsabilità e giustizia, colpe individuali e collettive, memoria e rimozione. Significativo che proprio il coccodrillo fosse al centro della locandina ateniese, segno che le fauci dei divoratori della memoria non sono solo un pericolo esotico.

Gilda Tentorio