di TAP Ensemble
regia di Ted Keijser
visto al Teatro Verdi di Milano_ 18-19 novembre 2013

Dare nuova vita al teatro popolare significa risollevare una tradizione lontana dai grandi palcoscenici e riscoprire un patrimonio artistico trasmesso di generazione in generazione. Da questa sfida nasce la prima produzione di TAP Ensemble, Don Giovanni in carne e legno, con cui il gruppo si propone di rivalutare una cultura artigiana quasi dimenticata.
Lo spettacolo è approdato al Teatro Verdi in occasione di R-Existir, un progetto di incontro dedicato a giovani autori e registi: promosso dalle compagnie Eco di fondo e Odemà, in collaborazione con l’associazione Terzo paesaggio, R-Existir si propone di penetrare nella vita del quartiere Isola/Garibaldi attraverso una ricerca condotta direttamente sul territorio. In una grande città che poco frequenta il teatro e che raramente instaura legami con le realtà culturali circostanti, il segreto – sembra suggerire R-Existir – è la capacità di ritrovare una dimensione comunitaria circoscritta.
Il Don Giovanni di TAP Ensemble rivela in ogni suo aspetto una sincera urgenza di recuperare un rapporto diretto con il pubblico e sembra riuscirci: nella platea del Verdi, gli spettatori ridono, applaudono e partecipano ben più di quanto siamo abituati a vedere in molti teatri milanesi. La vicenda evocata è quella di Don Giovanni il cui simulacro “in legno” è manovrato con maestria da Luca Ronga “in carne e ossa”. Due vecchi amici, Pulcinella e Pantalone (Gianluca Soren e NicolaCavallari), incontrano per la prima volta due celebri e aristocratici colleghi, Don Giovanni e Donna Elvira (Eleonora Giovanardi).
Non è la narrazione della vicenda a conquistare il pubblico e ad interessare gli autori: il cuore di questo Don Giovanni sono piuttosto i divertenti duetti comici, in cui gli attori in maschera si trasformano di volta in volta in personaggi nuovi o vengono temporaneamente sostituiti dai loro sosia-burattini. Per quanto attese e rodate le gag funzionano ancora, attingendo tanto al patrimonio della Commedia dell’Arte, quanto a quello della tradizione napoletana più autentica e popolare.
Lo spazio scenico è dominato da un teatrino – realizzato da Brina Babini, creatrice anche della maschera di Giovanni e delle meravigliose guattarelle – in cui i personaggi entrano e escono con eccezionale naturalezza. Sorprendono le marionette sia per la fattura sia per la capacità di realizzare scene complete e complesse, evocando un talento e un’arte dimenticata. TAP Ensemble ha voluto curare ogni aspetto della messa in scena, dalle maschere alla locandina, rivolgendosi a maestri artigiani e includendoli nel processo creativo. Bottega, teatro di strada, tradizione popolare si fondono annullando per una sera le distanze palco e platea, tra teatro e tessuto sociale.

Camilla Lietti