Come si traduce un testo teatrale contemporaneo? Non un grande classico, di cui si possono fare adattamenti e revisioni, bensì un’opera pensata e scritta oggi, in una lingua che non è la nostra e che vogliamo portare a un pubblico che, con tutta probabilità, non è quello per cui è stata immaginata? Chi sono gli attori in “scena” per far conoscere e divulgare un nuovo autore?

Dopo un approfondimento incentrato sull’editoria teatrale (ventitré 2012)  Stratagemmi dedica ora il taccuino di questo numero a “La traduzione teatrale e i suoi volti”. Nell’analisi abbiamo chiesto di intervenire a persone coinvolte a diverso titolo nella ‘filiera’ della traduzione: chi i testi li ‘scova’, chi li traduce, chi sceglie di allestirli e chi lavora alla messa in scena e, non da ultimo, chi si dedica alla formazione dei futuri traduttori. Come vi accorgerete leggendo il lungo excursus che dedichiamo a questi temi, si tratta di una scansione solo all’apparenza lineare: in realtà, più di quanto accada con quella letteraria, la traduzione di opere teatrali contemporanee richiede competenze di natura molteplice e un lavoro di rete a tutti i livelli del processo, coinvolgendo anche figure “nuove” per il panorama italiano, come il dramaturg (fa scuola l’esempio del Teatro I di Milano). Completano la sezione una fotografia di iniziative tangenziali alla traduzione, tra workshop e mini festival, come “Short latitude” e gli “Intercultural Dialogues”. Iniziative che riscuotono molto successo tra gli addetti ai lavori e che possono diventare un modello di operatività e creatività quando si entra nei territori, sicuramente ancora troppo poco esplorati, del teatro contemporaneo.