L’amore non esiste. L’amore è il contrario della vita. Una visione cinica dell’esistenza, quasi una forma di insofferenza per la società, pervade Estasi di Enzo Cosimi. Sei danzatori, vestiti e dipinti con colori sgargianti, esprimono le proprie pulsioni sfogandole senza freni. Sesso, orge, orgasmi: sono parole così fastidiose? Estasi esprime così una legittimazione della propria identità sessuale e la possibilità dell’auto-accettazione. “Non lasciarti. Tentare. Dai campioni dell’infelicità. Che insegnano a non splendere. Ma tu splendi”. Il corpo viene celebrato nella sua diversità e particolarità, nonostante lo scherno di una società ancora troppo confezionata, che semplicemente nasconde lo stesso desiderio da cui in apparenza prende le distanze. Il pubblico si ritrova messo di fronte suo malgrado a una nudità sottolineata, a un gusto morbosamente pop per far pervenire il messaggio senza troppi veli, ma con molta autoironia. Il palco è inondato di costumi smessi e stropicciati, che verranno raccolti dai performer: diventeranno così una massa informe da indossare e infilare sotto i propri vestiti fino a deformarsi, per sperimentare pose e movimenti per nulla estetizzanti. Che cos’è dunque l’estasi? Un raggiungimento personale, impulsivo, esplosivo, una voglia disarmonica di libertà e una ricerca della carnalità senza farsi illudere da idealismi romantici, che sembrano oggi, per l’autore, inarrivabili.

Marco Macedonio

Estasi
regia, coreografia, scene, costumi e musiche Enzo Cosimi
interpretazione e collaborazione alla coreografia Paola Lattanzi, Elisabetta Di Terlizzi, Daniele Albanese, Alice Raffaelli, Pablo Tapia Leyton, Giulio Santolini
Visto a MilanOltre il 15 ottobre 2017

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