Il piccolo principe

di Antoine de Saint-Exupéry

leggono Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni

visto al Teatro Franco Parenti di Milano _ 27 ottobre – 6 novembre 2011

 

Belli sono belli. Bravi sono bravi. Alzi la mano chi ha il coraggio di negarlo. Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni formano la coppia più trendy e più invidiata del teatro italiano. Intellettualoidi, eleganti, schivi quanto basta per stare sempre un po’ dietro i riflettori senza mai scomparire del tutto dalle scene tra cinema, tv, reading, palcoscenico. Spettacoli impegnati e ruoli importanti che li fanno degni rappresentanti di un modo di fare spettacolo che ci piace. Come in una favola, si sono conosciuti e innamorati proprio in scena, quando recitavano la Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni. Da allora, un matrimonio, due bambine e due carriere che a volte corrono su binari paralleli e altre volte si intrecciano.

Come nel loro ultimo lavoro, una lettura scenica tratta da una delle fiabe più conosciute al mondo, amatissima dai bambini ma divorata anche dagli adulti, le avventure del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. L’idea di portare in scena il testo è nata dall’audiolibro che la coppia ha realizzato lo scorso anno per la Bompiani e da una lettura già provata per la Milanesiana, mentre pare che sia stata proprio André Ruth Shammah, direttrice artistica del Parenti, a chiedere che la prima nazionale avvenisse in suolo milanese. Nella versione recitata, la Bergamasco è il Piccolo Principe, tutta vestita in bianco, con un vapore di capelli ricci in testa, movenze fini e un po’ sornione, vocina leggera. Fa anche la rosa e il serpente, mentre Gifuni dà voce a tutti gli altri personaggi, dalla famosa volpe ai vari abitanti dei pianeti, compreso il pilota con cui il principe si scontra nel deserto del Sahara.

«L’essenziale è invisibile agli occhi», recita la morale della fiaba. Anche la lettura scenica si ispira a questo principio: è costruita semplicemente giocando intorno alle voci degli attori che si rincorrono in un palcoscenico spoglio, arredato di una sola altalena luminosa sulla quale si sdraia e si arrampica il principe, trasformandola in un trampolino per i suoi viaggi. A corredo, il musicista Rodolfo Russo costruisce intorno agli attori una sorta di paesaggio sonoro. L’attenzione all’aspetto musicale deriva forse dal fatto che la Bergamasco, oltre che attrice, è anche musicista: di qui la scelta di dare importanza all’aspetto musicale della lettura e di far vivere gli oggetti che man mano vengono citati nel racconto attraverso i suoni. Ha commentato la Bergamasco in un’intervista a “Repubblica” del 24 ottobre: «Abbiamo costruito il testo di Saint-Exupéry come una partitura vocale anche perché ci sembra che con una storia come Il Piccolo Principe solo la lettura possa lasciare libera l’immaginazione dello spettatore».

Detto ciò, poco rimane da segnalare di un lavoro che indubbiamente piacerà a chi adora il libro in sé e ai fan della coppia. Tutto ben organizzato, orchestrato, recitato. Tutto molto sofisticato, forse vagamente autocompiaciuto, anche piacevole. Ma è tutto qui. E, allora, rimane solo una cosa da aggiungere: francamente, 40 euro per una lettura scenica sono un po’ troppi. Anche quando sul palco ci sono Gifuni-Bergamasco. Mediti il Parenti.

Francesca Gambarini