La settimana teatrale milanese comincia in sordina e attende per mercoledì 16 un debutto da cui ci si aspetta molto, tanto che la prima, al Teatro Ringhiera, è già esaurita. Italia Anni Dieci è il frutto della collaborazione fra Serena Sinigaglia ed Edoardo Erba, un’eccellenza della drammaturgia nazionale e internazionale. Dopo aver affrontato la crisi economica con Ribellioni Possibili, un testo spagnolo, Sinigaglia sente l’esigenza di affrontare il tema del “qui ed ora” senza più mediazioni e incontra sulla stessa lunghezza d’onda Erba. Italia anni dieci racconta la storia di sette personaggi: di un industriale sull’orlo del suicidio e della sua signora, di una madre protettiva, di una figlia eterna disoccupata, di un insegnante di salsa e di una badante albanese. Mentre la crisi economica li denuda, i loro destini si intrecciano. Cinico, nevrotico, spietato, ma anche tenero e comico, Italia anni dieci porta lo spettatore nell’occhio del ciclone. E facendolo vorticare nel dramma, restituisce un’immagine caleidoscopica e indelebile della crisi che stiamo attraversando.
Al Piccolo si guarda all’Europa. Tedesco, classe 1967, Roman Schimmelpfennig è l’autore del momento in Germania, Regno Unito e Francia. Visita al padre parla di due uomini, un maturo professore e un misterioso giovane, che si scoprono padre e figlio. Un’isolata casa di campagna, un intreccio di relazioni familiari pericolose: una nuova sfida per Carmelo Rifici e per la sua predilezione per i contemporanei.
Un altro debutto è al Teatro I, dove arrivano, venerdì 17, I giorni fragili di Adamo ed Eva, di Alberto Astorri e Paola Tintinelli, con la drammaturgia Simona Falloppa. La pièce racconta la cacciata dal paradiso e la caduta nel tempo dei mortali, che condanna la coppia ad una vita faticosa e fragile. Ispirati al mito biblico, vanno in scena gli eterni dilemmi di un uomo e una donna, le complicità, le fratture, i cedimenti.
Ancora in scena gli acclamati Atti unici di Cechov firmati da Roberto Rustioni. È un Cechov vaudevilliano meno frequentato, quello giovane (autore nemmeno trentenne) della Domanda di matrimonio e dell’Orso, e dell’atto unico, già più sulfureo e con graffi di tragico dell’Anniversario. Ma soprattutto è un Cechov «aggiornato», i cui protagonisti infilano le nevrosi in panni contemporanei. Parlano a raffica, si fraintendono di continuo, urlano, piangono, sono umani troppo umani, tenerissimamente ridicoli. Da non perdere.
Mentre proseguono le repliche di Miller, all’Elfo va in scena la personale di Giuliana Musso, “una vera forza del palcoscenico”, come ha scritto Renato Palazzi. Apre il programma la sua ultima creazione, La fabbrica dei preti, reportage della vita nei seminari italiani degli anni ’50-’60, un affondo nella cultura cattolica pre-conciliare. Tanti saluti ha invece indagato il delicato tema del morire ai giorni nostri: cure palliative, accanimento terapeutico, protocolli di rianimazione. Ultimo spettacolo in programma, un cavallo di battaglia, Premio della Critica 2005, Sexmachine, sulla domanda di prostituzione.
Ancora dedicato agli spettatori più esigenti, è l’altro spettacolo che debutta all’Elfo questa settimana: L.I., lingua imperii di Anagoor, il collettivo Castelfranco Veneto, artefici di un teatro fatto di parola, video, gesti e musica. Lo spettacolo prende il via dalle pagine dei Sommersi e salvati di Primo Levi, per costruire “un percorso teatrale in grado di stimolare una riattivazione della memoria su un piano diverso da quello dell’informazione o della narrazione attraverso i documenti; in grado di suscitare l’immemorabile, quel sepolto che lascia sgomenti e che proprio per questo – o per la natura stessa che accomuna tutti i fatti umani – è sottoposto ad un processo di oblio”. Lingua Imperii è la lingua dell’impero inteso come dominio coercitivo. È la lingua povera, bruta e ingannevole delle propagande fasciste. Sono gli alfabeti e le lingue insegnate a forza. Ma è anche il bavaglio o l’assenza di voce imposti come un dono violento dai dominatori. Infine è il linguaggio stesso della violenza.
Infine comincia al Teatro delle Colonne la rassegna dedicata al teatro antico: il calendario – curato dall’associazione Kerkìs – propone spettacoli il mercoledì sera, tra riletture del classico e testi originali. Questo mercoledì, un appuntamento da non perdere: Elisabetta Vergani presenta Cassandra di Christa Wolf, un monologo intenso ed emozionante che mostra passioni e zone d’ombra della sacerdotessa veggente più famosa della civiltà occidentale.
Alla Sala Fontana debutta invece L’uomo, la bestia e la virtù, per la regia di Monica Conti: un Pirandello poco rappresentato e poco noto, che unisce divertissement farsesco ad uno sguardo lucido sull’essere umano che ne smaschera ipocrisia e contraddizioni.
16 gennaio -2 febbraio
Italia anni dieci
regia di Serena Sinigaglia
testo di Edoardo Erba
da giovedì a sabato ore 20.45; dom ore 16
http://www.atirteatroringhiera.it/
dal 18 gennaio al 16 febbraio 2014
Visita al padre
di Roland Schimmelpfennig
traduzione Roberto Menin
regia Carmelo Rifici
martedì e sabato 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì 20.30; domenica 16
http://www.piccoloteatro.org
17 gennaio- 3 febbraio
I giorni fragili di Adamo ed Eva
di Alberto Astorri e Paola Tintinelli
lun-sab ore 21; dom ore 17
http://www.teatroi.org
14-19 gennaio
Tre atti unici da Cechov
ideazione e regia di Roberto Rustioni
dramaturg Chiara Boscaro
mart – giov – ven – sab 20.45; merc 19.30; dom 15.30
http://www.teatrofrancoparenti.it
14-26 gennaio
La fabbrica dei preti (Giuliana Musso – Una personale)
di Giuliana Musso
Ore 19.30, dom ore 17.30
http://www.elfo.org
14 – 19 gennaio
L.I., Lingua imperii
drammaturgia Simone Derai, Patrizia Vercesi
Mar-sab ore 21; / dom ore 16
http://www.elfo.org
15 gennaio
Cassandra
con Elisabetta Vergani
ore 20 30
www.kerkis.net
15 gennaio-2 febbraio
L’uomo, la bestia e la virtù
di Pirandello
regia di Monica Conti
ore 20 30; dom ore 16
www.teatrosalafontana.it