Nome e cognome
Pieradolfo Ciulli.
Cosa ti rende indispensabile per Fattoria Vittadini?
L’allegria.
Chi è il tuo maestro?
Non ho avuto maestri dal punto di vista della danza; ci sono stati vari idoli passeggeri, ma non ho mai incontrato veramente un maestro nel mio percorso. In generale il mio grande maestro di vita è stata mia nonna.
Quale lavoro di Fattoria Vittadini ti rappresenta di più?
Quello che mi rappresenta di più è Unraveled heroes, perché il processo creativo fisico è quello che ho sentito più aderente al mio modo di muovermi e di intendere la danza. Invece quello di cui sono più orgoglioso è To this purpose only, perché mi sembra lo spettacolo più compiuto e interessante che siamo riusciti a fare insieme fin’ora. È come se mi sentissi parte di qualcosa di grandioso, un grande progetto, anche agli occhi del pubblico.
Cosa fai prima di salire sul palco?
Una doccia calda.
Cosa c’è a casa tua che ricorda la danza?
Non c’è niente. Una tuta, ma è una cosa che potrebbe stare ovunque, non solo a casa mia.
I primi 10 anni di Fattoria Vittadini… in 10 parole.
Faticoso, entusiasmante, esperienza, famiglia, amore, odio, lavoro, Milano, partecipazione, viaggio.
a cura di Miriam Gaudio