Dopo una stagione che ha visto alternarsi firme di richiamo per il più rappresentato classico shakespeariano (Nekrosius, Filippo Timi, Danio Manfredini), il Teatro Franco Parenti rilancia con una nuova sfida: a esplorare Amleto saranno, dall’11 al 19 maggio, tredici compagnie under 40 della nuova scena italiana (leggi il programma completo). Il festival si chiama, non a caso, Tfaddal (in arabo “benvenuto”): un invito per chi nel 1973 – anno di fondazione del Pier Lombardo – non era ancora nato.

Nessun bando aperto: a prendersi la responsabilità della selezione sono le tre curatrici, Claudia Cannella, Sara Chiappori, Natalia Di Iorio. Tfaddal prende allora i contorni di una vera e propria ricognizione delle realtà sperimentali più interessanti, dal teatro di parola fino alla danza: unico vincolo, uno sguardo sul principe di Danimarca. “Per alcuni degli artisti che abbiamo contattato, abbiamo di fatto intercettato un interesse già esistente”, raccontano Cannella e Chiappori, “per altri è stato uno stimolo a mettersi in gioco su un’opera spesso guardata con timore reverenziale”.

Di certo questi tredici Amleto avranno ben poco di tradizionale: a essere presentati sono soprattutto sguardi di sbieco, prospettive trasversali, note a margine. C’è chi, come Ambra Senatore (uno dei nomi più amati, soprattutto all’estero, della nostra danza contemporanea) dichiara già dal titolo la volontà di tenersi distante dal testo shakespeariano: il suo A lato di Amleto indagherà piuttosto la percezione comune dell’opera, e qualche bizzarra “ricaduta amletica” della vita di tutti i giorni.

Non mancheranno parodie come Hamlet travestie di Punta Corsara, installazioni come quella ideata da Vincenzo Schino e dalla compagnia Opera, o studi tra il giallo e il noir investigativo come Indagine su uno spettro al di sopra di ogni sospetto, di Musella-Mazzarelli. Altri esploreranno intersezioni con altre opere: Stefano Mazzotta ed Emanuele Sciannamea, alias Zerogrammi, inscrivono il loro Studio per A. in una più ampia ricerca che coinvolge anche Alice nel Paese delle Meraviglie, mentre Nicola Russo proverà a far dialogare Leonce e Lena di Büchner con Amleto.

Tfaddal – insiste Andrèe Ruth Shammah – non deve restare una parentesi isolata nella programmazione, ma l’occasione, per un pubblico di abbonati tradizionali, di intercettare le esperienze della giovane scena teatrale. L’auspicio è poi che il Festival sia l’input per una ricerca più ampia: ci piacerebbe ritrovare qualcuno di questi Amleto in qualche stagione (forse allo stesso Parenti, augurano le curatrici) e non vederli restare solo ‘Studi’, croce e delizia del nostro teatro contemporaneo.

Maddalena Giovannelli