di Carlotta Corradi
regia di Veronica Cruciani
visto al teatro Elfo Puccini _ 18-23 febbraio 2014

La stagione Nuove Storie del teatro Elfo Puccini, quest’anno alla sua terza edizione, offre alcune buone occasioni per scoprire compagnie indipendenti, talenti emergenti e nuove realtà del teatro off. Ne è un esempio Peli: scritto da Carlotta Corradi e con la regia di Veronica Cruciani, è uno di quegli spettacoli che lascia la soddisfazione non scontata di vedere rappresentato un bel testo di una giovane drammaturga, con pochi ingredienti declinati con sapienza e originalità.
In una partita di burraco a due, nel ritmo dettato da chi scarta e chi pesca, le chiacchiere di due signore della società bene, amiche da sempre ma sempre più lontane, fanno emergere i segreti taciuti e le ipocrisie raccontate per costruire impalcature di felicità sulla piattezza di vite mediocremente borghesi. Il dialogo, tra mezze frasi e allusioni, diviene presto una lotta incalzante. Alle percosse verbali di Melania, vedova e stufa delle maschere del perbenismo, seguono i tentativi di fuga di Rossella, che nasconde labbra rifatte, un figlio omosessuale e l’indifferenza che la lega al marito. In un crescendo ritmato, il dialogo arriva a una lotta fisica e reale in cui le sovrastrutture cedono e lasciano spazio all’immediatezza, alle confidenze e alla condivisione delle rispettive solitudini.
La scena semplice, in cui domina il tavolo da gioco, costituisce la dimensione presto claustrofobica di una stanza da cui le due non possono fuggire, fino a diventare un ring e poi la culla in cui affiorano una disperazione non celata e l’autenticità degli affetti.
Che a interpretare il ruolo delle due amiche siano due attori uomini (Alex Cendron e Alessandro Riceci), per precisa indicazione dell’autrice, conferisce al testo quel livello straniante che cattura e astrae dalla dimensione reale, facendo emergere pian piano che la partita a carte e le chiacchiere non sono che il pretesto narrativo prestato dal teatro. I peli (“che schifo!” dice stizzita una delle due amiche ancora imbellettata) che si intravedono sotto gli abiti eleganti nella prima parte dello spettacolo, si manifestano mano a mano che le due donne si spogliano delle proprie rigidità, delle barriere che le allontanano l’una dall’altra e dalle emozioni del quotidiano.
Carlotta Corradi rivela le proprie doti in una drammaturgia asciutta ed efficace, acuta nella sua semplicità. I due attori sono credibilissimi nell’interpretare la trasfigurazione di Rossella e Melania senza scivolate caricaturali, diretti con sapienza dalla regia di Veronica Cruciani. Le scene e i costumi di Barbara Bessi, le musiche di Paolo Coletta e le luci di Gianni Staropoli completano con equilibrata delicatezza uno spettacolo semplice e prezioso, che fa ben sperare sul futuro (e sullo spazio) delle nuove voci del teatro nella nostra Italia.

Francesca Serrazanetti