9-15 gennaio 2017
1. Lehman Trilogy di Luca Ronconi e Stefano Massini al Piccolo Teatro Grassi
Al Piccolo si apre il sipario del 2017 con il capolavoro che chiuse la carriera del maestro Ronconi e segnò l’affermazione nel panorama internazionale di Stefano Massini, drammaturgo destinato a succedergli alla consulenza artistica del Teatro d’Europa. Lo spettacolo (qui la nostra recensione), che torna per la seconda volta ad affollare il teatro, racconta la parabola che vide la realizzazione e il fallimento del sogno a stelle e strisce della famiglia ebreo-tedesca emigrata in America e cresciuta fino a detenere uno dei più grandi imperi finanziari al mondo. La narrazione ha il sapore di una saga epica, che tra passioni, lotte familiari, imprese spericolate, ripercorre la storia del capitalismo americano, indagando le ragioni del crack che nel 2008 stravolse il pianeta, tragedia universale di un’umanità che sfida ogni limite fino a crollare.
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2. Sanghenapule di Mimmo Borelli e Roberto Saviano al Piccolo Teatro Studio Melato
Napoletani, classe 1979 e un rapporto viscerale con una terra di grandi ossimori. Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano e l’attore e autore Mimmo Borelli tornano sul palcoscenico del Piccolo Teatro per raccontare la “napoletanità” attraverso il culto di San Gennaro, santo protettore della città e crogiuolo di ritualità . «Immaginando uno spettacolo su San Gennaro – racconta l’autore di Gomorra – pensiamo a un racconto di Napoli attraverso i secoli. Il Santo ne è protagonista in quanto figura di mediatore, spartiacque tra il bene e il male, tra il celeste il sotterraneo, tra la luce della nostra città e l’oscurità delle sue contraddizioni». In scena una Divina Commedia partenopea (qui la recensione) con Saviano-Virgilio e Borrelli-Dante in viaggio tra le viscere di una città dove indolenza e umanità si mescolano irrimediabilmente.
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3. Delirio bizzarro di Carullo-Minasi allo Spazio Teatro NO’HMA
La compagnia Carullo-Minasi, nel corso della sua breve e già premiata carriera, ha fatto dell’indagine filosofica (da Platone a Leopardi) e della riflessione politica gli strumenti di un teatro civico, disposto a scendere per le strade e nei luoghi di convivenza sociale per abbracciare e curare le ferite inferte dalle disfunzioni delle istituzioni. Se nella sua Trilogia del Limite gli spettacoli itineranti si muovevano fra il tribunale e il manicomio di Messina, con Delirio bizzarro, vincitore del premio “Forever Young” 2015, la ricerca procede in direzione uguale e contraria: ad approdare in teatro è questa volta la realtà dolorosa di uno spazio pubblico. La drammaturgia nasce a partire dalle domande poste in forma anonima ai pazienti ricoverati in strutture psichiatriche, frammenti reali di vite vissute. Il risultato è uno spettacolo “intelligente, poetico, fortemente legato alla contemporaneità” che vede l’incontro fra un “pazzo per attribuzione” e una donna normale, angosciata dall’ossessione per la carriera, in un centro di salute mentale. I due, delicati e autoironici, si scopriranno sorprendentemente simili, entrambi vittime inconsapevoli di un sofisticato meccanismo che tiene l’uomo prigioniero.
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a cura di Nicola Fogazzi