Selvatica, selvaggia, primordiale. Lo scenario di una savana asettica e concettuale ci riporta in un mondo ancestrale alla ricerca della profonda natura umana. Daniel Abreu dirige tre ragazze allo stato brado, che ci ricordano come i rapporti umani siano radicati nella violenza. Nude leonesse nel loro territorio non possono che incrociarsi a battaglia: l’incontro con l’altro, sembra dirci Fattoria Vittadini, genera in noi innanzitutto una volontà di sopraffazione e di controllo. L’istinto di autoconservazione ha lo stesso odore della legge del più forte: mors tua vita mea! Il duro impatto dei corpi ne rivela tutta la bellezza e la felina sinuosità, in una tecnica di movimento irregolare dettata dall’istinto di chi mette da parte la ragione e libera la vera natura dell’animale umano. C’è spazio anche per un appello alla società di oggi, che, nell’esibita civiltà, occulta la propria ferocia e costringe soprattutto le donne in etichette ‘per bene’. Ecco allora che in una rivolta tutta al femminile viene abbattuta la quarta parete e lo spettatore trafitto dallo sguardo della danzatrice si sente domandare: “Ti dispiace se non ti mostrerò sempre affetto?”.

Marco Macedonio

Salvaje
ideazione, regia, coreografia, allestimento scenico, costumi, colonna sonora Daniel Abreu
creazione, interpreti Chiara Ameglio, Noemi Bresciani, Vilma Trevisan
produzione Fattoria Vittadini
Visto a MilanOltre il 9 ottobre 2017

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