La Casa dell’Arte e delle Lettere (Fondazione Onassis) è un edificio moderno e multimediale inaugurato nel 2011, che promuove iniziative culturali di spessore, con attenzione particolare alle più recenti novità in campo internazionale. Fino al 28 giugno è attivo il progetto Strange Cities: Athens (curato da Afroditi Panaghiotakou), aperto a venticinque artisti di varie nazionalità. Prerequisito: non essere mai stati ad Atene. Ne è sortita un’esperienza visuale (tele, manifesti, video) insolita, che ha permesso agli ateniesi di guardare se stessi e la loro città attraverso gli occhi degli altri.
In una linea analoga si è mossa la seconda edizione del Fast Forward Festival (21-31 maggio), che ha scelto per tema “comunità e spazio pubblico”, in un confronto di pratiche artistiche legate alle nuove tecnologie: visual arts, cinema, architettura, site-specific e performances teatrali itineranti per la città.
L’iniziativa più interessante del Festival è X Apartments – Athens (21-24 maggio), che ha sviluppato un’idea del tedesco Matthias Lilienthal (direttore artistico del Kammerspiele di Monaco): dopo Beirut, Johannesburg, San Paolo del Brasile e altre città, il concept è sbarcato nell’Atene della crisi. L’impronta originale del progetto, a cura di Katia Arfarà, si manifesta nel “tentativo di spezzare la narrazione che ha ormai ingabbiato la visione di Atene come una metropoli di miseria e degrado. L’arte può aiutare a riscoprire la città dove sei nato, attraverso le vite dei suoi abitanti”.
Due gli itinerari proposti: il quartiere di Kypseli e la Stazione centrale (Stathmòs Larisis). Consigliate scarpe comode, perché si cammina a lungo fra i vicoli. Ogni dieci minuti parte una coppia di spettatori, braccialetto blu al polso con un segno “X”, come quelli che si mettono ai neonati: “Ed è così che ti senti: tutto da cominciare” – dice la giornalista Stella Charamì (www.tospirto.net) – “Chi sei, dove vai? Atene è la tua città? Ma la conosci veramente o per te è un segno X sconosciuto?”. Muniti di cartina, gli spettatori dovranno trovare da soli le diverse tappe teatrali, le vie, le case e il citofono con la scritta “X Apartments”, mescolandosi alla gente del quartiere. Flâneurs per caso nella propria città e in luoghi dove non si sarebbero mai fermati prima, visitano le abitazioni dei concittadini: lì, per dieci minuti, si svolge la performance.
Si tratta, dice il programma, di un “grande happening urbano”, un teatro di verità e di compartecipazione: la “scena” è la città stessa e la sua anima. Dopo un edificio neoclassico in rovina, gli spettatori si infilano nel sotterraneo dove vive l’immigrato clandestino, poi salgono fino al terrazzino della signora moldava che offre il liquore tradizionale, si perdono nei corridoi dell’ospedale per malati incurabili… Ma soprattutto, ascoltano storie, confessioni spontanee, racconti nostalgici sulla vita cittadina di una volta o sui sogni che si sono infranti nel cemento della metropoli.
Una tappa suggestiva, a cui ha collaborato Daniel Wetzel (membro dei Rimini Protokoll, affezionato alla vivace realtà teatrale ateniese), si trova in via dell’Oblio (Lithis). Qui si scopre la struttura di un edificio che un’assurda burocrazia vieta di completare: indossato un caschetto protettivo, gli spettatori seguono Dimitris, il padrone di questa casa mutilata, mentre dalle scale arriva la musica struggente suonata al pianoforte da due sorelle. Emerge così l’anima di Atene, fra le contraddizioni e il respiro di bellezze nascoste.
Gilda Tentorio