29 maggio – 3 giugno 2018 _ Milano

1. Personale politico Penthotal di Marta Dalla Via a Zona K

Il titolo ricompone l’opera: “Pentothal” è il personaggio che ha segnato l’esordio ‘a fumetti’ di Andrea Pazienza ma è anche un barbiturico che abbassa gli inibitori. Anestetizza, allontana dalla realtà e viene usato anche nelle iniezioni letali.  “Personale” è la lettura di Bologna, città che ha accolto sia Paz che Marta Dalla Via, autrice e attrice dello spettacolo realizzato, come sempre, con la complicità dei suoi Fratelli. “Politico” è invece il rapporto con la piazza, che nel ’77 era quella delle contestazioni e oggi è la piattaforma digitale. A trent’anni dalla morte di Paz, questo omaggio al maestro della matita, evocato ma mai presente in scena, passa attraverso le parole di quattro rapper della Gold Leaves Academy che con il loro freestyle rivendicano il disinibito racconto della realtà tracciato nei disegni. Saranno le loro parole senza censura a cercare di ritrarre il mondo come oggi, forse, lo avrebbe disegnato Paz.

#performance #freestyle #nuovilinguaggi

2. Dance Night alla Triennale – Teatro dell’Arte

Il festival FOG continua con Dance Night, una serata – quella del primo di giugno – dedicata al linguaggio della danza nella performance contemporanea. Si inizia con To be banned from Rome di Annamaria Ajmone, una delle più interessanti coreografe del momento, e Alberto Ricca/Bienoise, raffinato musicista elettronico. La loro performance, che affronta il mondo del digitale e dell’etere “senza però voler giudicare chi lo abita”, ci ricorda come il teatro, con il suo “qui e ora”, sia la forma d’arte più distante dalla infinita riproducibilità digitale e, forse proprio per questo, la più adatta a raccontarla da prospettive inedite. A seguire Higher, dove Michele Rizzo e Lorenzo Senni portano in scena il mondo notturno dei club: danzare come forma di meditazione, come un contemporaneo rito tribale in cui l’individuo si dissolve nel gruppo. Si continua poi con À Elle Vide della compagnia cesenate Dewey Dell che ripropone, a distanza di undici anni, questo studio dicotomico sulla danza, concentrandosi sullo scarto tra movimento e sospensione, di cui si fanno emblemi totemici il Gallo e lo Scorpione. E per chi avesse ancora energia e voglia di ballare a chiudere la serata, nel giardino della Triennale, ci penseranno i dj-set di Bienoise, Palm Wine e Chevel, i tre “talenti avant-pop della scuderia The Italian New Wave.

#dancenight #elettronica #performance

3. Capatosta di Gaetano Colella/CREST al Teatro Franco Parenti

La sede del collettivo teatrale CREST è nel rione Tamburi, il quartiere operaio di Taranto. Ed è proprio lì, a pochi passi  dall’ILVA, lo stabilimento industriale più grande d’Europa che è nato lo spettacolo. L’ILVA, una gigantesca macchina d’acciaio che dagli anni sessanta è miniera di lavoro ma anche di veleni: i suoi fumi ammalano e uccidono nel raggio di chilometri. Chi è entrato lì dentro anni fa sopportava la fatica vedendo, in quel lavoro durissimo, la rara possibilità di una vita dignitosa. I giovani operai di oggi, invece, sono consapevoli che ciò che permette loro di vivere, li sta uccidendo. Siamo più “benestanti” rispetto a un tempo, ma lo siamo davvero in termini di diritti? Gaetano Colella con il suo teatro civile ci racconta questo scontro generazionale nel nucleo incandescente dell’ILVA, un microcosmo in cui i padri tramandano il lavoro ai figli, mentre fuori tutto cambia e dentro nulla rimane come è.

#teatrocivile #denuncia #nuovadrammaturgia

Michaela Molinari